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E la Cgil si schiera con Bersani

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Guglielmo Epifani

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Nessuno può immaginare cosa accadrà il 25 ottobre alle primarie del Pd che incoroneranno il futuro segretario del partito, ma una cosa è certa: l'ex ministro diessino Pier Luigi Bersani, oltre al sostegno di molti dirigenti Democratici, potrà contare anche sulla buona stella, logicamente rossa, del leader della Cgil, Guglielmo Epifani. «A parte la consuetudine che abbiamo - ha detto il sindacalista nel corso di un'intervista rilasciata a Sky Tg24 - bisogna dare al Pd un più forte radicamento e penso che Bersani sia la persona giusta per fare questa cosa difficile, ma di cui abbiamo tremendamente bisogno». Un appoggio assicurato al favorito tra i tre sfidanti alla segreteria del partito, che ha raccolto immediatamente i ringraziamenti di Bersani: «Il sostegno di Epifani mi fa molto piacere. Ho cercato con la mia impostazione di mettere al centro i temi del lavoro, come deve essere naturale per un partito popolare». E se di sostegni si parla, non può passare inosservato quello del direttore de Il Foglio Giuliano Ferrara che in un'anticipazione di un articolo pubblicato oggi sul suo quotidiano riporta: «Sto con Bersani perché è serio, sorride e bada al sodo». Messe da parte le dimostrazioni d'affetto, Epifani torna immediatamente a fare il sindacalista e annuncia: «Il 14 novembre torneremo a scioperare per dare un segnale forte in difesa dell'occupazione.   Il nostro scopo ha affermato il leader della Cgil è quello di riportare al centro dell'attenzione del Paese la condizione del lavoro, della crisi e dell'occupazione. In questo momento penso che il governo non faccia tutto quello che bisogna fare. Serve dare un segno di visibilità forte di che cosa vuol dire una fabbrica chiusa, un lavoratore licenziato, un precario». E con queste parole parte all'attacco. Si scaglia contro il ministro Renato Brunetta: «Dopo tanti pronunciamenti vorrei vedere effettivamente i risultati concreti» sottolineando che «i primi che si sono impegnati per non difendere chi fa il furbo siamo stati noi. Perché la stragrande maggioranza dei lavoratori, anche pubblici, sono persone che fanno il loro dovere per intero». Sottolinea poi come con la crisi «il governo ha galleggiato, invece di fare gli interventi che doveva. Ci sono imprese che chiudono, bisogna sostenere di più la domanda, gli investimenti, il mercato perché altrimenti avremo anni non neri, molti di più». Poi tuona contro la politica e la stampa che a suo dire «non parlano delle condizioni dei lavoratori come un tempo. Io non voglio che si sentano soli bisogna riportare al centro dell'opinione pubblica la durezza della condizione di chi perde il lavoro».   Infine, dopo aver sostenuto che «occorre riprendere la lotta all'evasione ed elusione fiscale», boccia lo scudo fiscale che andrebbe nel senso opposto rispetto a quanto appena auspicato: «Come facciamo a rendere credibile la lotta all'evasione e contemporaneamente condonare gli errori fatti. I lavoratori e i pensionati sono quelli che proporzionalmente pagano di più le tasse. Occorre dunque ridurre le imposte sul lavoro e sui redditi da pensione e tassare di più i grandi patrimoni e le rendite finanziarie».  

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