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Speciale perseguitato dal governo Prodi Se non sei di sinistra ti massacrano

Speciale

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Sei di destra, ti tirano le pietre. Si potrebe aggiornare così la famosa canzone di Ricky Gianco. E si potrebbe anche aggiungere che dopo nessuno ti chiede scusa. Anzi. Si può scendere in piazza non per avere più libertà, ma per avere la libertà di riempire la televisione di insulti a Berlusconi. Si può esultare quando la Corte Costituzionale boccia il lodo Alfano. Evviva! Che il giustizialismo di sinistra vada in scena. I giudici aprano il sipario. Chiamino a difendersi in aula il presidente del Consiglio così quel gruppo di incalliti anti-italiani ha di che fregarsi le mani. Si può prendere un servitore dello Stato, linciarlo sui giornali, infangarne la reputazione da un'aula del Parlamento al solo scopo di rimuoverlo forse perché sta indagando sugli scandali della sinistra. Si può. E soprattutto si deve (secondo la sinistra) non chiedergli scusa quando procure e tribunali gli danno ragione. Si può. E così si apre un altro interrogativo. Ma le spigole sono di destra o di sinistra? Beh, fino a quando potevano essere usate per prendere a pesci in faccia l'ex generale della GdF e attualmente deputato del Pdl, Roberto Speciale, erano sicuramente di sinistra. Poi, quando il tribunale militare ha assolto l'imputato perché, l'aver trasportato "carico ittico" con un aereo di Stato, non ha arrecato alcun danno al Paese né ha messo in atto un abuso di potere, sono diventate magistralmente di destra. Talmente di destra che trovarne notizia sui giornali "farabutti" (come ama definire Berlusconi tutti i quotidiani vicini alla sinistra), serve molta fortuna. Ad esempio, l'11 ottobre 2007 fu proprio Carlo Bonini di la Repubblica a denunciare l'accaduto. Un paginone a pagina uno contro dieci righe pubblicate l'8 ottobre scorso poste in un angolino in basso a pagina 15. Logicamente anche questa cortesia, riservata all'ex generale Speciale, qualcuno dirà che è frutto della tanto agognata libertà di stampa. Eppure questa vicenda è nulla se paragonata a quello che Speciale fu costretto a subire nel 2006. Una campagna denigratoria della sinistra nei suoi confronti. Il tutto ebbe inizio il 13 luglio quando Vincenzo Visco, viceministro dell'Economia ai tempi del governo Prodi, telefonò al Generale ordinandogli di azzerare i vertici delle Fiamme gialle della Lombardia. Logicamente la giustificazione consisteva in «ragioni di servizio» e in «normali avvicendamenti». Motivazioni non condivise da Speciale che, avendo capito gli intenti della sinistra, rigettò la richiesta del viceministro. Così i quattro ufficiali che avrebbero dovuto essere rimossi, potevano continuare ad indagare sulla scalata di Unipol alla Bnl. Affare che avrebbe portato la sinistra italiana a possedere un istituto di credito. Fallì così il tentativo di Visco di volersi liberare di ufficiali "scomodi" per le indagini per le quali pochi giorni fa sono stati disposti svariati rinvii a giudizio. La collera degli allora Ds era scattata soprattutto in seguito alla pubblicazione nel dicembre 2005 da parte del Giornale dei alcune intercettazioni telefoniche tra l'allora numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, Piero Fassino, Massimo D'Alema e altri esponenti del centrosinistra. L'accusa rivolta alla GdF era per l'appunto che Il Giornale avesse ricevuto proprio da loro i nastri con le registrazioni. Vinte le elezioni (nell'aprile 2006), i diessini pensavano fosse arrivata l'ora di intervenire. E appunto nel luglio di quell'anno il primo passo fu di Visco.   Passa un anno di tira e molla e il primo giugno il Consiglio dei Ministri in seduta straordinaria approvò la revoca dell'incarico a Speciale e l'attribuì a Cosimo D'Arrigo. Da quel momento partì la demonizzazione dell'uomo durante la quale proprio il quotidiano la Repubblica fece emergere, attraverso inchieste giornalistiche, una condotta alquanto dubbia del Generale. Il 6 giugno il ministro dell'Economia, Padoa Schioppa, venne chiamato a relazionare in Senato sulla questione. Sue le accuse più feroci contro Speciale: «Gestione della GdF in modo sleale e personalistica», «ostilità nei confronti di Visco», «mancanza di comunicazione e trasparenza» ed infine aggiunse che «la continua distorsione di regole e procedure ha portato il Corpo dall'autonomia alla separatezza». Accuse per le quali Speciale, il 18 luglio, querelò il ministro.   L'ultimo capitolo dell'intricata vicenda avvenne il 15 dicembre 2007, quando il Tar del Lazio accolse la richiesta di ricorso presentato da Speciale che potè quindi tornare al comando della Guardia di Finanza. Due giorni dopo però il Generale rassegnò le dimissioni Qualcuno gli chiese scusa? No. anzi. Ricominciarono gli attacchi. Il primo fu il comunista Pino Sgobio, capogruppo del Pdci alla Camera: «La Cdl finisca di strumentalizzare tutto ciò che le capita a tiro. C'é un limite a tutto». E Speciale, da «uomo delle istituzioni e ufficiale con la schiena dritta» come viene ironicamente descritto da Repubblica risponde: «Tutte le infamie che mi hanno riversato addosso si sono dimostrate quello che effettivamente erano: delle falsità». Ma d'altronde è risaputo: se sei di destra ti massacrano e poi nessuno ti chiede scusa.

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