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Centrosinistra scatenato: «La responsabile dell'istruzione si dimetta»

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hainiziato la senatrice del Pd Mariapia Garavaglia. «Nonostante le rassicurazione del ministro — ha detto — purtroppo la confusione delle norme ha fatto sì che l'anno scolastico iniziasse nel peggiore dei modi. Non era assolutamente possibile escludere i diritti di altri precari. Si tratta di una vera e propria lotta tra poveri e un governo ha il dovere di rendersi conto ed evitare che ciò avvenga. Il mio augurio è che ai precari si dia una prospettiva lungimirante, sia nell'interesse della scuola, sia nell'interesse di un personale che da molti anni è preparato ad insegnare». Per Piergiorgio Bergonzi, responsabile scuola del Pdci, «la Gelmini è inadeguata, prenda atto della situazione e si faccia da parte. Sono già tanti i guasti che ha prodotto». «La sentenza del Tar del Lazio sulle graduatorie degli insegnati precari — prosegue — è l'ennesima conferma di ciò che andiamo sostenendo da tempo: la Gelmini, in linea con il governo di cui fa parte, ha una concezione autoritaria della scuola, che mal si coniuga con i valori e i principi propri della scuola pubblica». In sue difesa è arrivato Paolo Grimoldi deputato della Lega Nord e coordinatore federale del Movimento Giovani Padani: «Ci mancava pure che i magistrati del Tar decidessero le graduatorie per l'insegnamento nelle nostre scuole. Siamo oramai di fronte ad una vera e propria dittatura delle toghe una casta che travalica i propri ambiti e scavalca le competenze del Parlamento e del Ministero. Tutta la nostra solidarietà non può che andare al ministro che sta cercando di riportare un minimo di ordine nell'ambito scolastico dopo decenni di politiche di sinistra che hanno creato migliaia di precari. Non è più accettabile sottostare ai diktat di una magistratura che con le sue sentenze entra nelle aule del parlamento. Quello a cui stiamo assistendo è un golpe a cui occorre resistere».

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