Matteoli: "Nessun conflitto con il Colle, Silvio ha detto quello che pensa"
«Conflitto tra istituzioni? Non mi sembra proprio. Scontro tra Berlusconi e il Quirinale? Non lo vedo». Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, è appena uscito dalla riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl. Ha un aereo per Bruxelles, va di fretta ma ci tiene a ribadire due punti: primo, che di elezioni anticipate non se ne parla, secondo che il botta e risposta tra il premier e il presidente Napolitano è stato enfatizzato e non è tale da far pensare a un conflitto tra istituzioni. Vuol dire, ministro, che l'episodio è stato un incidente di percorso e che i rapporti con il Quirinale non sono compromessi? «Suvvia, ma quali rapporti compromessi. Se non mettiamo a fuoco quello che è accaduto, non possiamo essere lucidi nel dare agli eventi la giusta importanza. La Corte Cosituzionale aveva chiesto la modifica del lodo Alfano; il Parlamento ha tenuto conto dei rilievi della Corte ma poi questa ha ritenuto incostituzionale il lodo. Per carità mi inchino di fronte alle sentenze, non le ho mai criticate, però non mi pare scandaloso che l'interessato, cioè Berlusconi, esprima un giudizio. Da qui a parlare di conflitto istituzionale ce ne passa. Registrare i fatti è un diritto di tutti figuriamoci del presidente del Consiglio». Vuol dire che Berlusconi nel commento aspro della sentenza si è limitato a registrare i fatti? «È ovvio, non capisco cosa c'è che non va. Se poi si dice che il Capo dello Stato ha fatto parte di un partito, non è che si dice una cosa non vera». Eppure il presidente Napolitano ha convocato i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, normale anche questo? «Che convochi i presidenti non significa che c'è un conflitto. È normale dialettica tra istituzioni». Che peso ha l'ipotesi di elezioni anticipate? «È una ipotesi che non sta in piedi. Il governo, Berlusconi, tutto il centrodestra vuole andare avanti. E non solo la maggioranza. A parte gli urlatori che per fortuna contano sulle piazze e non nelle istituzioni, il mondo imprenditoriale, quello sindacale, e anche il Pd, nessuno vuole interrompere la legislatura e tornare al voto. Con la crisi economica, sarebbe la paralisi del Paese, un disastro. Il governo registra quello che è accaduto ma va avanti cercando di governare nel rispetto del programma presentato agli elettori. E poi i sondaggi, possiamo crederci o meno, dicono che il premier ha un gradimento in crescita. Quindi nostro compito è continuare nell'azione di governo». Cambierà il rapporto con la magistratura? «Non possiamo fare di ogni erba un fascio. Se ci sono stati magistrati che hanno fatto processi in televisione, non vuol dire che abbiamo una magistratura non rispettosa delle istituzioni e delle leggi del Parlamento. Non si devono confondere i tifosi, gli urlatori da quella che è l'istituzione nella sua globalità». La stampa estera continua ad attaccare Berlusconi. Questo episodio è un danno all'immagine del Paese? «Sono mesi che il premier è attaccato in Italia e all'estero poi però quando va all'estero ottiene grandi apprezzamenti». Cosa accadrà nei prossimi giorni? «Berlusconi vuole portare avanti il programma di governo. A me ha chiesto di stringere i tempi per la realizzazione delle infrastrutture, al ministro della Giustizia Alfano di accelerare la riforma della giustizia. E poi abbiamo un appuntamento importante, le Regionali, che saranno la conferma del gradimento del governo».