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L'Europa ignora il «teatrino» italiano

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AlParlamento Europeo è andato in scena l'ultimo teatrino politico pensato ed ideato da Antonio Di Pietro. L'ennesimo show privo di contenuti che questa volta è stato orfano anche del pubblico, tanto che ad assistere c'erano solamente 60 deputati su un totale di 736. Il primo giudice della giornata è stata infatti la totale assenza degli eurodeputati stranieri ai quali poco interessa essere coinvolti in spettacoli di così basso livello. Ennesima prova che un dibattito fazioso e controverso poteva coinvolgere solamente lo schieramento che fa capo all'opposizione in Italia e noi del Pdl a controbattere alle nefandezze contro il nostro Paese. L'esordio del dibattito è stato esplicativo con David Sassoli che, credendo di condurre ancora il telegiornale, si rivolge confuso all'aula parlando di libertà di stampa in Europa. Ma allora qui che ci sta a fare? Non si discute forse oggi della libertà di informazione in Italia? Il capo delegazione italiana Mario Mauro ha sollevato l'umore della truppa replicando ad una domanda del socialista Martin Schultz a cui ricorda che la creatura politica meglio riuscita del nostro presidente Berlusconi è certamente lui. E nella sinistra è calato il gelo quando Potito Salatto (Pdl) ha chiesto se un governo di centrosinistra si sia mai impegnato a varare una legge sul conflitto d'interessi. Nessuno è stato in grado di rispondere! E come avrebbero potuto fare gli esponenti del centrosinistra, abili solo ingiuriare e palesemente incapaci di governare. Da lì in poi è stato il trionfo delle assurdità e dei concetti insensati. La dipietrista Sonia Alfano ha tirato in ballo pseudo disegni complottistici nelle stragi mafiose del 1992 e nel suo intervento al limite del delirio attribuisce la proprietà delle televisioni pubblica a Berlusconi, confondendole con quelle private. A darle manforte è accorso Gianni Vattimo che, ormai all'apice delle farneticazioni, si è rivolto all'Europa chiedendo «un'ingerenza umanitaria!». Il legista Mario Borghezio ha tentato di riportarli alla realtà invitando dipietristi e la sinistra a organizzare manifestazioni per la libertà di informazione a Cuba e Teheran invece di comportarsi come conigli a Bruxelles. Indignata per quanto avevo sentito, sono intervenuta ricordando di quanti finanziamenti pubblici il giornalismo di sinistra abbia potuto godere negli ultimi anni grazie alle iniziative a favore della stampa adottate dal governo Berlusconi. All'aula, o meglio ai colleghi dell'opposizione ho evidenziato inoltre che casualmente la libertà di stampa in Italia viene messa in discussione nel momento in cui il presidente del Consiglio decide di difendersi come ogni cittadino dalle accuse infamanti ed infondate mosse nei suoi confronti dalle due principali tesate giornalistiche nazionali. E a chiarire meglio che aria tira in Italia ci ha pensato Sergio Silvestris mostrando in aula sette quotidiani, tutti a tiratura nazionale e tutti apertamente di sinistra. Alla faccia del bavaglio all'informazione! *Eurodeputata Pdl

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