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Giuliani: "Prepariamoci al peggio"

Giampaolo Giuliani, il tecnico e ricercatore del laboratorio nazionale di fisica del Gran Sasso che nei giorni scorsi aveva sostenuto che lo sciame sismico corso potesse essere il preannuncio di un ev

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Giampaolo Giuliani non è solo un tecnico dell'Istituto di fisica dello spazio interplanetario dei Laboratori del Gran Sasso. È anche l'uomo che aveva previsto il terremoto dell'Aquila. Giuliani cosa succede nella zona di Cassino? «Ieri sera (mercoledì sera, ndr) ho parlato con le tv locali e le ho allertate di una scossa in nottata, che poi si è verificata, e ho detto di attrezzarsi per dormire fuori». È una situazione di pericolo? «È di allarme. L'attività sismogenetica che si sta sviluppando da più di 15 giorni appare con le stesse caratteristiche di quella che si è sviluppata nell'Aquilano». Torna l'incubo? «È un allarme alto. I sindaci e i responsabili locali devono chiamare la Protezione Civile e gli esperti dell'Ingv per capire cosa succede».   I suoi strumenti cosa dicono? «C'è un incremento di Radon non direttamente collegato con l'Aquilano. La frequenza sismica in aumento è a Sud del nostro territorio e ci deve mettere in allerta. Qualcuno si preoccupi della popolazione o accadrà quello che è già accaduto. L'attività può sviluppare un forte terremoto. Le scosse avvertite dalla popolazione sono maggiori rispetto a quelle rilevate dall'Ingv. Secondo lei a chi bisogna credere?». Cosa consiglia? «Prepariamoci alle peggiori eventualità, visto che in Italia la Protezione Civile arriva sempre dopo che è avvenuto il terremoto. I cittadini si organizzino sin da ora affinché non li prenda nel sonno». Quali sono i tempi per un possibile terremoto? «C'è un continuo incremento di energia. Non vedo picchi nelle prossime 24 ore, ma con il passare delle ore i sismi aumenteranno di forza e potremmo non fare in tempo ad avvertire la popolazione. La gente, però, se sente due o tre scosse nell'arco della giornata o le sente ravvicinate e con intensità maggiore deve avere già la borsa sulla porta per scappare fuori, perché si rischia un terremoto come quello in Abruzzo. In queste condizioni i residenti sono il solo termometro della situazione».  

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