Berlusconi richiama il partito
L'input è solo uno: triplicare gli sforzi. Non solo sul governo, anche sul partito. E concentrarli sulle cose concrete. Sulle questioni che «interessano davvero agli italiani». Il tutto con una maggiore presenza sul territorio: fondamentale per la crescita del Pdl, cruciale per la partita delle Regionali 2010. Berlusconi parla ai vertici del Popolo della libertà. Sono arrivati tutti a Palazzo Grazioli, per l'ufficio di presidenza del partito convocato già da una settimana e che arriva all'indomani della bocciatura del lodo Alfano. La giornata è di quelle convulse, con gli strascichi della rabbia del giorno prima, con i rituali interrogativi di chi si chiede cosa fare. Interrogativi che però sembrano appartenere più alle fila del partito, che al diretto interessato. Bastava vederlo ieri pomeriggio: è entrato nella sala del parlamentino in tenuta sportiva, grandi sorrisi, e una serie di barzellette che hanno da subito allentato la tensione che qualcuno dei partecipanti aveva portato con sè. Chi era presente alla riunione parla di un clima «sereno» e soprattutto «positivo». È metà pomeriggio quando sotto la residenza ufficio del premier cominciano ad arrivare la macchine blu: ci sono i coordinatori, tutti i ministri, i governatori regionali, i capigruppo di Camera e Senato e i loro vice. Tra i primi ad arrivare il ministro Brunetta. L'ultimo è Sandro Bondi. Davanti all'ingresso principale c'è radunata anche una piccola folla di curiosi, per lo più passanti e turisti, attirata dai tanti lampeggianti. Sono sempre in tanti gli agenti di polizia presenti ma stavolta Palazzo Grazioli non è blindato come l'altro giorno dopo la bocciatura del Lodo Alfano. Un'ora e mezza di riunione alla fine della quale viene preparato anche un documento ufficiale con le questioni affrontate. Ovvio che il punto inziale sia il Lodo. I commenti del giorno dopo, la strategia da attuare. E qui, di fronte anche a qualche faccia preoccupata, ancora una volta il meno incerto sembra essere stato il Cavaliere. «Ho dei nervi d'acciaio. Non vi preoccupate. Smonterò tutto. Non può succedere nulla». Chiede rispetto per la sua carica di presidente eletto direttamente dal popolo e così allude implicitamente a una fonte di legittimazione superiore a tutte e alla quale si può sempre appellare. Il presidente del Consiglio sarebbe anche tornato sulle valutazioni espresse nei confronti di Giorgio Napolitano dicendo di aver espresso soltanto delle osservazioni chiare, chiedendosi invece se sia possibile che solo lui venga sempre criticato per constatazioni evidenti a tutti. Dopodichè i prossimi traguardi: le regionali. Una partita ancora aperta, nessuna ufficializzazione di candidati. Questo perché, raccontano dal Pdl, da una parte sarebbe ancora in piedi il tentativo di recuperare l'Udc. Dall'altra sono ancora da sciogliere nodi quali Lazio (dove resta ancora in pole position Luisa Todini), Campania e Veneto. Si diceva maggiore presenza sul territorio, anche qui con una road map ben precisa. Bocciata, pare, l'idea della grande manifestazione di piazza (proposta dai capigruppo nei giorni scorsi), mentre è stato dato il via libera alla campagna di tesseramento del partito. Inoltre, sono già nero su bianco una serie di eventi in tutta Italia, con Berlusconi impegnato in prima persona. Tra queste il prossimo 9 novembre la Giovane Italia (il movimento giovanile del Pdl) organizza su tutto il territorio nazionale alcune manifestazioni per celebrare l'anniversario della caduta del muro. Per dirla con Ignazio La Russa «bisogna evitare le polemiche sterili. Ora si andrà avanti con un impegno ancor più forte». Compreso anche una maggiore presenza in Aula. E qui il Cavaliere ha lanciato un altro avvertimento: «In un momento importante è necessario non mancare durante le votazioni». A buon intenditor...