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"La Corte ha deciso come un partito politico"

Cicchitto

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«È incontestabile che la Corte costituzionale abbia rovesciato la sua precedente impostazione. L'unica spiegazione di questo così profondo cambiamento della sua dottrina sulla materia regolata dal lodo Alfano deriva da un processo di politicizzazione della Corte che si schiera sulla linea dell'attacco a Berlusconi». Il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto commenta in modo duro la bocciatura da parte della Consulta del Lodo Alfano. L'impressione guardando le dichiarazioni di martedì è che la maggioranza non si aspettasse una bocciatura così netta del Lodo. È così? «No, la maggioranza francamente considerava possibile qualunque soluzione visto che era aperto il problema di una probabile contraddizione fra la dottrina della Corte sul tema e gli orientamenti politici dei suoi componenti». Perché, secondo lei, la Corte ha agito in questo modo? «La maggioranza della Corte ha agito in questo modo per una ragione politica di schieramento. La Corte aveva una dottrina consolidata sul tema che non escludeva affatto la costituzionalità del Lodo Alfano. L'ha totalmente rovesciata per partecipare all'attacco concentrico contro Berlusconi. È il tassello di una linea di attacco: il gossip, la ripresa di "sistemi criminali" sulla mafia, la sentenza "civile" di 750 milioni di euro a De Benedetti e adesso la sentenza della Corte. Non ci stiamo inventando nulla stiamo solo fotografando la realtà». Il Presidente Berlusconi ha detto chiaramente che andrà avanti. Questo significa che non teme le sentenze che potrebbero arrivare nei prossimi mesi? «Berlusconi ha la tranquilla certezza di essere innocente e quindi affronta i processi per essere assolto. Il problema vero è costituito dal fatto che facendo il Presidente del Consiglio dovrà anche andare nelle aule di Tribunale. Il Lodo Alfano serviva a rinviare i tempi del giudizio, non ad eliminarlo». Non c'è il rischio di un remake del 1994? «Non c'è questo rischio perché in campo ci sono il PdL e la Lega e su questo terreno il rapporto con Bossi e i suoi amici è molto forte». A questo punto la partita delle regionali diventa davvero un banco di prova per tutta la maggioranza? «Certamente le elezioni regionali costituiranno un'occasione politica assai importante. D'altra parte sul terreno della direzione politica il fallimento delle giunte di sinistra nel Lazio, in Campania, in Puglia, in Calabria è clamoroso». E comunque resta in piedi la vostra proposta della manifestazione di piazza? «Per quello che mi riguarda mantengo la proposta. Bisogna rendere partecipi i cittadini che sono con noi di questa battaglia contro una rete di poteri finanziari, editoriali, giudiziari che vogliono mettere in discussione i risultati di libere elezioni». Gia.Ron.

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