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Il Lodo Alfano è illegittimo

Il palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale

Berlusconi: "Io vado avanti"

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{{IMG_SX}}La Corte Costituzionale, a maggioranza, ha dichiarato illegittimo il lodo Alfano, che sospendeva i procedimenti giudiziari per le quattro più alte cariche dello Stato. La norma è stata dichiarata illegittima ai sensi degli articoli 3 e 138 della Costituzione. L'articolo 3 dichiara che "tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge". L'articolo 138 esplicita le forme con cui può essere modificata la Costituzione (non con una legge ordinaria). Secondo quanto si apprende, la Corte Costituzionale avrebbe deciso per l'illegittimità del lodo Alfano con 9 voti su 15. Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, afferma: "E' una sentenza politica, ma il Presidente Berlusconi, il Governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall'aprile 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto". Dario Franceschini, segretario del Pd, commenta: "Il supremo organismo del nostro ordinamento, la Corte Costituzionale, ha semplicemente ristabilito il principio che era stato violato: quello dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Tutti sono uguali davanti alla legge, anche i potenti". Casini (Udc) afferma: "Non è il giudizio universale. La Corte Costituzionale ha espresso una opinione su una legge e ci si deve attenere a questa. Naturalmente il governo, che ha preso i voti degli elettori, deve continuare a fare il suo lavoro". Bossi (Lega) pensa che questo sia il momento di stare vicino al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Sono al momento quattro i procedimenti penali che vedono coinvolto Silvio Berlusconi il cui decorso è condizionato dal verdetto della Consulta sul lodo Alfano. La illegittimità costituzionale dello scudo giudiziario per le quattro più alte cariche dello Stato potrebbe infatti ora far riprendere due processi a carico di Silvio Berlusconi, Mediaset-diritti tv e caso Mills;mentre un terzo procedimento, Mediatrade, potrebbe approdare in aula se il premier dovesse essere rinviato a giudizio nei prossimi mesi. Un altro procedimento pende, invece, a Roma: riguarda l'inchiesta su una presunta compravendita di senatori all'epoca del governo Prodi. INCHIESTA A ROMA PER LA PRESUNTA "COMPRAVENDITA" DI SENATORI - La Procura capitolina aveva chiesto l'archiviazione delle accuse per il presidente del Consiglio, secondo il Gip invece il lodo Alfano va applicato anche nella fase delle indagini preliminari. Quindi, poichè l'ufficio dell'accusa chiedeva la conclusione degli atti il procedimento è stato sospeso fino alla decisione della Consulta, alla quale il giudice delle indagini preliminari Orlando Villoni ha trasmesso il fascicolo. PROCESSO A MILANO SUI FONDI NERI MEDIASET RELATIVI AI DIRITTI TV - Il processo sui presunti fondi neri relativi ai diritti tv di Mediaset vede Berlusconi imputato di frode fiscale, dopo che era intervenuta la prescrizione in relazione al falso in bilancio e all'appropriazione indebita. PROCESSO A MILANO SUL "CASO MILLS" - Il caso Mills riguarda il reato di corruzione in atti giudiziari. Il Cavaliere, secondo l'accusa, avrebbe "comprato" due testimonianze del legale inglese, creatore del sistema off-shore utilizzato dal gruppo Fininvest, nei processi All Iberian e presunte tangenti alla Gdf. Mills è già stato condannato in primo grado a 4 anni e mezzo e venerdì comincia il processo d'appello. I processi Mediaset e Mills sono fermi da circa un anno, quando i giudici della prima e della decima sezione del Tribunale decisero di inviare gli atti alla Corte Costituzionale eccependo appunto la legittimità del lodo Alfano. Il dibattimento relativo ai diritti tv, nel caso riprendesse, dovrebbe arrivare a sentenza nel giro di alcuni mesi. Diverso il discorso per il processo Mills che inizierebbe da capo con un collegio diverso, dal momento che Nicoletta Gandus, Pietro Caccialanza e Lorella Dorigo sono diventati incompatibili essendosi già pronunciati sullo stesso fatto-reato condannando Mills. INCHIESTA A MILANO SU "MEDIATRADE" - Anche Mediatrade, come il caso Mills, nasce dal troncone principale sui diritti tv. Mediatrade è una società controllata al 100 per cento da Mediaset. Berlusconi, è la tesi dell'accusa, si sarebbe appropriato soldi della società in concorso con il suo socio occulto, Frank Agrama, l'uomo d'affari di origine egiziana. Nell'inchiesta sono coinvolti anche ex manager del gruppo che approfittando dei "fondi neri" avrebbero incassato soldi per sè su conti esteri.

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