E Gheddafi chiama il premier
Trala rabbia e il dolore di chi ha perso le persone più care, e di chi non ha più una casa. Montano le polemiche sul Ponte e restano sul tavolo questioni tipo chi sia il vero colpevole, e soprattutto come mai i tanti allarmi lanciati negli anni precedenti non siano stati presi in considerazione: tanto che l'ipotesi di reato è di disastro colposo e omicidio colposo. Ma la gente chiede la vicinanza del governo e di poter tornare presto alla normalità. Schifani, arrivato nel pomeriggio all'hotel Europa, uno degli alberghi che ospitano i senzatetto, ha fatto innanzitutto un richiamo: «Questi non devono essere i giorni delle polemiche, dovrebbero essere i giorni in cui il Paese e tutte le forze politiche si devono unire attorno al dolore di chi ha avuto vittime e ha perso la casa». E aggiunge: «Ci saranno giorni in cui si approfondirà. Ci sono le inchieste della Procura, dibattiti parlamentari, ci sarà tempo per approfondire». Intanto ieri sera il presidente del Consiglio ha ricevuto una telefonata da leader libico, Muammar Gheddafi, esprimendo il profondo cordoglio per le vittime del disastro siciliano. Secondo quanto riferisce Palazzo Chigi, Berlusconi ha ringraziato Gheddafi, illustrandogli i primi provvedimenti assunti dal governo per fronteggiare l'emergenza. Dall'assistenza alle persone ai fondi da stanziare alla ricostruzione delle case. Proprio su questo, il premier, in un'intervista al Gr Rai, ha ribadito, inoltre, che i villaggi distrutti dal fango non saranno ricostruiti, perché farlo «costa troppo e non è sicuro», ma gli abitanti che hanno perso tutto avranno una nuova casa completamente arredata e dotata delle più moderne tecnologie. Il tutto al massimo in 4-5 mesi. Per i cittadini colpiti dalla tragedia, poi, il premier ha confermato che «ci sarà uno stop al pagamento di imposte e tasse e dei mutui». Quanto alla cifra di 25 miliardi di euro indicati come necessari dal capo della Protezione civile per mettere in sicurezza il territorio nazionale, Berlusconi parla di «provocazione» per rendere consapevoli tutti che c'è molto da operare. «Penso che potremo destinare una cifra importante per cominciare dalle zone più pericolose. Abbiamo ereditato la situazione che conosciamo, guarderemo avanti cercando di operare concretamente per rimuovere i pericoli più gravi». Gia. Ron.