Il premier: "Enormità giuridica"
"Vado avanti per tutta la legislatura, la sentenza sul Lodo Mondadori è un'enormità giuridica, una decisione che va al di là del bene e del male". Dopo la sentenza del Tribunale di Milano sulla guerra di Segrate, e alla vigila della decisione della Consulta sul 'Lodo Alfano', Silvio Berlusconi interviene in prima persona con una nota sulle ipotesi di un cambiamento dello scenario politico. Il presidente del Consiglio dice di essere "allibito", nega qualsiasi ipotesi di elezioni anticipate e avverte: "Sappiano tutti gli oppositori che il governo portera' a termine la sua missione quinquennale e non c'e' nulla che potra' farci tradire il mandato che gli italiani ci hanno conferito". Le parole di Berlusconi arrivano dopo un fine settimana di tensioni, scandito dalla decisione del tribunale milanese che oggi ha depositato le motivazioni della sentenza che condanna Finivest a risarcire con 750 milioni di euro la Cir di Carlo De Benedetti: i vertici del Pdl, che ieri avevano parlato di 'manovra concentrica per ribaltare la vittoria elettorale del 2008', oggi paventano un vero e proprio "disegno eversivo" contro l'esecutivo. I capigruppo del centrodestra di Camera e Senato, vergano una nota in cui ribadiscono che la sentenza sul lodo Mondadori "arriva con sospetta puntualita'" e sottolineano che e' in atto un tentativo di "delegittimare l'azione del governo". "Siamo certi - è la conclusione - che questo disegno non troverà spazio nelle istituzioni". In mattinata, riferendosi implicitamente all'ipotesi di un cambiamento di scenario, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, aveva chiarito che l'unica maggioranza legittimata è quella decisa dal voto popolare: "Nel nostro sistema la maggioranza è quella che esce dalle urne. Non a caso gli elettori che hanno votato nelle ultime politiche hanno trovato sulla scheda il nome del candidato premier". Anche la Lega lascia chiaramente intendere che non si presterà a cambi di casacca e Umberto Bossi annuncia che il Carroccio è pronto all'eventualità di un ritorno anticipato alle urne: "Non penso che andremo al voto - premette - penso che andremo avanti a fare le riforme. Ma comunque - sottolinea Bossi - noi siamo sempre pronti". Sul fronte opposto il candidato alla segreteria del Pd sottolinea di non credere a ipotesi di larghe intese piuttosto che di 'governi del presidente'. "Mi pare - aggiunge l'ex ministro - che si tratti di un'ipotesi che nasce in seno al centrodestra". "Va rispettata la decisione del magistrato - aggiunge - presa secondo i tempi della giustizia e non secondo quelli della politica". Se Francesco Rutelli ribadisce che se il governo Berlusconi dovesse cadere, la soluzione sarebbe un 'governo per il bene del Paese'. per il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro , "quando una maggioranza si sfracella da sola bisogna tornare alle urne. Non esistono - ribadisce - maggioranze diverse". Pier Ferdinando Casini parla di 'inesistenti complotti' ma aggiunge: "se si va al voto l'Udc e pronta. Anzi, questo e' un auspicio".