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Flop di Bersani nel Lazio Fioroni si prende la rivincita

Pierluigi Bersani

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I congressi dei circoli sono finiti pochi giorni fa e nel Pd del Lazio scoppia la sindrome del «chi ha vinto e chi ha perso». Certo il voto degli iscritti non vale più di un sondaggio, saranno decisive le primarie del 25 ottobre, tuttavia il confronto tra le anime del partito diventa ancora più serrato. Il quadro politico sembra piuttosto chiaro: a Roma ha vinto il voto d'opinione, che ha premiato (56%) Pierluigi Bersani (come prevedibile visto l'impegno dei rutelliani Riccardo Milana e Mario Di Carlo), mentre nel resto del Lazio ha avuto la meglio il voto organizzato, al fianco di Dario Franceschini. Alessandro Mazzoli, chi era costui? Scherzano sul candidato di Bersani i franceschiniani, i rutelliani e i popolari che hanno sostenuto alla segreteria del Lazio il deputato e coordinatore regionale in carica Roberto Morassut che ha conquistato il 44 per cento dei voti, contro il 43,4 dello sfidante. Lazio amaro, dunque, per Bersani benché con lui si siano schierati il presidente della Regione Piero Marrazzo, quello della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e il deputato Enrico Gasbarra. Eppure il presidente della Provincia di Viterbo Mazzoli ha perso anche a Viterbo, staccato di quasi dieci punti da Morassut. Una sconfitta sua e dell'ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, che si è speso parecchio per la campagna elettorale di Mazzoli. Le colpe di Bersani? Qui le cose si complicano perché alla segreteria del Lazio doveva essere candidato il braccio destro dell'ex ministro dello Sviluppo economico: Stefano Fassina. Ma i dalemiani non hanno dato il via libera e alla fine hanno imposto Mazzoli che, tuttavia, è rimasto piuttosto indigesto a una parte dell'elettorato bersaniano. Se si aggiunge il buon risultato (14%) del fronte guidato dall'ex timoniere del centrosinistra romano Goffredo Bettini, che ha candidato per la mozione Marino la deputata Ileana Argentin, allora tutto diventa più chiaro. C'è chi se la prende col presidente Nicola Zingaretti che non avrebbe sponsorizzato a sufficienza il candidato dell'ala dalemiana, e chi invece non ha dubbi: «Davvero si poteva pensare che Mazzoli facesse un buon risultato?». In ogni caso se nel resto d'Italia la supremazia di Pierluigi Bersani non si discute, nel Lazio il pronostico è stato ribaltato. Anche perché ha vinto il voto organizzato. Innanzitutto l'asse tra il capo dei Popolari Giuseppe Fioroni e l'ex ds, assessore regionale, Giuseppe Parroncini: il risultato a Viterbo, che per Mazzoli è una vera e propria beffa, non lascia dubbi. Nella provincia della Capitale vince la premiata ditta Bruno Astorre, Renzo Carella, Carlo Lucherini e Umberto Ponzo. A Rieti Fabio Melilli mentre a Latina il consigliere regionale Claudio Moscardelli. Vince pure Roberto Morassut. Criticato per la gestione del partito regionale e per lo scetticismo di alcuni mesi fa sulla ricandidatura del governatore Marrazzo alle elezioni del 2010, ha avuto la sua rivincita. Ottimo bilancio anche per Goffredo Bettini che si riconferma uno dei leader romani. Una partita non semplice visto che nell'area dell'ex coordinatore nazionale del Pd sono rimasti soltanto pochi esponenti del partito, tra cui il deputato Michele Meta. Ma adesso la parola passa ai cittadini. Saranno loro il 25 ottobre a scegliere il nuovo leader del Partito democratico e il segretario del Lazio.  

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