"Manifestazione faziosa fatta da chi si spartisce il potere"

Alla manifestazione per la libertà di stampa lui non è andato Ha preferito prendere le distanze dal suo partito: Mario Adinolfi, vicedirettore di RedTv ed esponente del Pd, ieri, invece che a piazza del Popolo a Roma era a piazza San Lorenzo in Lucina a lanciare «Generazione primarie» in preparazione al voto del 25 ottobre. «La libertà di stampa deve essere fatta per tutti — spiega — altrimenti diventa faziosa».   A che cosa si riferisce? «Al fatto che non ci si può battere solo per la libertà di qualcuno». Faccia i nomi. «Penso a un caso eclatante alla Rai che è accaduto in questi giorni ma sul quale nessuno ha scritto o detto nulla, la rimozione della bravissima Angela Buttiglione. Fa parte di una logica spartitoria: D'Alema e Bersani hanno avuto la nomina di Bianca Berlinguer a direttore di Raitre al posto di Antonio Di Bella e il Pdl invece ha incassato la nomina di Alberto Maccari, con la condirezione del leghista Alessandro Casarin ai tg regionali. Dalemiani e berlusconiani a viale Mazzini vanno a braccetto. E con questo tipo di comportamenti lottizzatori andare alla manifestazione per la libertà di stampa sarebbe stata complicità. In realtà potevano semplicemente non farla. Prima spartiscono e poi protestano? E poi per chi? Per Santoro? Mi sembra che il suo programma vada regolarmente in onda». Parla come un esponente del Pdl, ha per caso deciso di cambiare partito? «Ma no, dico una cosa di assoluto buon senso. Se mi batto per Santoro devo fare la stessa cosa anche per Angela Buttiglione. Non ci possono essere due pesi e due misure».   Ma quella di ieri non le sembra sia stata una manifestazione di un giornale — «La Repubblica» — che si è portata dietro tutta la sinistra? «Non è questo che mi preoccupa, il problema è un altro. C'è una questione culturale nel centrosinistra: non ha mantenuto la sua onestà culturale. Noi, se vogliamo essere diversi dai nostri avversari, dobbiamo essere intellettualmente onesti. Per questo, ripeto, la libertà deve essere di tutti, a destra e a sinistra, altrimenti c'è qualcosa che non va alla radice. Ad esempio non ho capito l'aggressione a Feltri sul caso Boffo. Io dico che quella di ieri doveva essere una battaglia per la libertà di stampa del "Giornale" di Maurizio Belpietro, del "Tempo", della Rai». Ma in Italia è davvero in pericolo la libertà di stampa? «C'è un problema negli aspetti proprietari dei mezzi di informazione. Se il presidente del consiglio è anche il proprietario di tre televisioni e di altre due e mezzo perché le controlla con i suoi uomini, questo è un pericolo. E diventa un problema politico perché Berlusconi dovrebbe abbandonare due reti. Detto questo la vicenda degli aspetti proprietari non va confusa con la libertà di stampa. In Italia non si raccontano più i fatti, si interpretano. E questo avviene perché non ci sono più i cosiddetti editori puri».