E i Democratici si leccano le ferite
Ventitre.Dicono che a Roma questo numero porti fortuna, ma ieri qualcosa deve essere andato storto. E il Partito democratico lo sa bene. Ventitre sono infatti i deputati Democratici che non si sono presentati in Aula a Montecitorio per prendere parte alle votazioni legate al decreto correttivo che contiene lo scudo fiscale. E per capirci meglio, dato che il testo è stato licenziato dalla Camera per soli venti voti di differenza tra i «sì» e i «no» significa che se quei ventitre fossero stati presenti, la norma tanto contestata e su cui il governo ha ottenuto la fiducia, non sarebbe passata. Ma il numero ventitre, è stato doppiamente funesto per il Pd. Infatti proprio nel giorno in cui mancavano ventitre giorni al tanto atteso appuntamento con le elezioni primarie del partito, le assenze di alcuni parlamentari hanno alimentato i malumori tra i sostenitori dell'attuale segretario Dario Franceschini e quelli dell'ex ministro Pier Luigi Bersani. I primi infatti hanno sottolineato, fin da subito, l'assenza ingiustificata sia di Bersani che del suo principale sostenitore Massimo D'Alema. Assenza che si è protratta per il primo fino alla votazione del sesto ordine del giorno e per il secondo fino al quinto. Un cavallo da cavalcare per Franceschini che invece aveva preso parte a tutte le votazioni. Dal gruppo democratico, però, nonostante le polemiche, si cerca di minimizzare: «Undici parlamentari erano assenti per malattia». E prontamente nel pomeriggio le deputate Maria Anna Madia, Ileana Argentin e Lucia Codurelli, assenti per motivi di salute, hanno specificato che avevano comunicato per tempo la loro assenza alla presidenza del Gruppo. Mentre le colleghe Giovanna Melandri, Linda Lanzillotta con il deputato Lapo Pistelli erano giustificate perché impegnate a Madrid per rappresentare il Pd al Global Progress Conference, la conferenza internazionale dei progressisti. Ai ventitre bisogna poi togliere Furio Colombo che, a quanto pare, era presente a Montecitorio ma non è riuscito a votare con la proceduta elettronica e ha segnalato il problema correggendo l'esito della votazione. Per tutti gli altri però, la presidenza del Gruppo avverte: «Prenderemo immediate sanzioni». Una minaccia che non piace a Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione Normativa, che commenta: «Bella democrazia e bel rispetto della Costituzione che dimostrano. L'annuncio di voler assumere sanzioni contrasta completamente con gli articoli 67 e 68 della Costituzione. Complimenti, manifestano per difendere la Costituzione, ma poi la calpestano nei fatti al loro interno...».