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Che vita, Ignazio Tappabuchi, ministro e leader

Ignazio La Russa

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Che vita, Ignazio. Che razza di vita. Il ministero, il partito. Corri di qua, di là, sopra e sotto. La Russa ieri mattina era in aula a votare. È arrivato di corsa, trafelato. Lui, che è il titolare di un dicastero delicato, quello della Difesa, e allo stesso tempo coordinatore del Popolo della Libertà, era lì, a tappare i buchi lasciati dagli assenteisti. Qualche fanciulla, qualche giovane deputata può permettersi di andarsene a fare shopping. Lui no, deve stare lì, in aula, anche dopo una settimana per niente facile. Lo scorso weekend aveva avuto la festa del Pdl, la sua festa, a Milano. Qualche ora di riposo, e via che si riparte. Mercoledì c'era la cerimonia dal presidente della Repubblica, per il conferimento della medaglia d'oro al valore civile ai vigili del fuoco. Subito dopo, un incontro con Gianmarco Mazzi, direttore artistico di Sanremo: mezz'ora appena, perché di lì a poco sarebbe cominciata la riunione con i sindaci e i comandanti militari per le celebrazioni del 4 novembre, nella sala di rappresentanza di Palazzo Barberini. Pranzo e poi di fretta alla firma dell'accordo di cooperazione con i pakistani, presente anche Berlusconi. Nel primo pomeriggio, si scappa al partito, per un vertice con l'organizzazione assieme a Luca Sbardella, che è il vice del settore iniziative movimentiste del Pdl. L'aula si prende la serata, e poi cena dall'ambasciatore d'Israele per il ricevimento in onore di Sharon Pazner. Giovedì mattina, un'altra sfilza di appuntamenti. Il senatore Firrarello, l'onorevole Conti, l'onorevole Miccichè, e nel pomeriggio question time al Senato. Poi c'è da precipitarsi al partito, dove Lavinia lo aspetta. La sera, l'invito di un altro ambasciatore, quello tedesco, in occasione della festa della riunificazione. E non è finita: perché alle 23 bisogna andare a Porta a Porta, a difendere il presidente del Consiglio. La Russa ci giunge distrutto e gli tocca proteggere anche Mariastella Gelmini dagli assalti del matematico superlaico Odifreddi: la sigla di chiusura trova un uomo esausto, che non vede l'ora di andare a nanna. Ieri di nuovo in pista: il ministero, poi il consiglio dei ministri e dunque l'aula. Nel pomeriggio, invito a casa di Maria Sanminiatelli Odescalchi, a Bracciano. Che vita Ignazio. Uno pensa: vabbè, nel fine settimana un po' di tregua. Macché. Oggi c'è da correre al castello di Vigevano per una mostra sugli Sforza e le scuderie ducali. Quindi incombe l'assemblea generale della Nautica a Genova: il presidente degli industriali ci tiene tanto e ha supplicato per la sua presenza, ha telefonato apposta. E nel pomeriggio, la festa di un giovane del partito, a Pavia. Che vita Ignazio. Sempre di corsa, mai una sosta. Lunedì bisognerà andare a Bari per il convegno organizzato dai gruppi e tornare per pranzo a Milano: appuntamento riservato a casa del sindaco Moratti. E c'è da vedere anche il direttore generale della Sogemi, l'avvocato Stefano Zani. Martedì di nuovo a Roma: di prima mattina, un convegno organizzato dal gruppo al Senato sul Pdl. Ci vanno pure Verdini e Bondi, 'Gnazio non può disertare. Nel primo pomeriggio è fissato l'appuntamento con l'ambasciatore Neves, dello stato brasiliano di Minas Gerais, ma subito dopo bisogna recarsi con il sottosegretario Crosetto da Tremonti, che non può certo attendere. E verso sera, è la volta di Maroni con Alfano e Zaia, per discutere di sicurezza. In serata, party a sorpresa (ma ormai lo sanno già tutti) per Maurizio Lupi.   E in nottata, di nuovo in trasferta, per una missione riservata che durerà tutto mercoledì. Giovedì, alle nove in punto, impegno a Palazzo Grazioli, da Berlusconi, per l'ufficio di presidenza del Pdl. A pranzo, riunione sulle missioni internazionali, con sottosegretari e un po' di generali. Brancher gli ha chiesto di partecipare alla festa del Pdl, venerdì a Verona, e bisogna accettare. Sabato si torna a Roma, in vista dell'imminente partenza per gli Stati Uniti. Ma è proprio necessario? Boh, di sicuro anche la settimana successiva sarà fitta fitta di abboccamenti, vertici, riunioni. Che vita Ignazio. Lunedì 12, di sera, un discorso al Rotary Monforte di Milano. Martedì 13, Maroni l'ha invitato alla prima conferenza dei prefetti, a cui parteciperà pure Napolitano: come mancare? Mercoledì, con il ministro Zaia, alla festa della Forestale a piazza del Popolo. Ma lo stesso giorno il titolare della Difesa è reclamato alla cerimonia di consegna della bandiera di combattimento al sommergibile Todaro, in quel di Chioggia, in Veneto. Che vita Ignazio. Giovedì 15, ancora a Roma, riunione alla Sala Quadri: si parla del comitato per la tutela e la valorizzazione della memoria dei Caduti. Nel primo pomeriggio, a chiamare è la commissione Difesa della Camera e, in serata, il presidente di Thales, il dottor Vigneron. Neppure domenica 18 si riposa, perché a Rapallo c'è il raduno dei Bersaglieri del Nord Italia. Che vita Ignazio. La settimana successiva, un ingorgo di incombenze: l'intitolazione dell'auditorium a Nissoria (Enna), a Venezia l'inaugurazione del rigassificatore: ci va anche Berlusconi. E la riunione Nato a Bratislava? Cade a ridosso della cena a casa di Cicchitto con Bocchino, Quagliariello, Gasparri, Bondi, Verdini, Matteoli e Alemanno. E in mezzo c'è posto per la cerimonia a El Alamein, il raduno della Cavalleria e la cena con il ministro brasiliano. Che vita Ignazio. In tre settimane c'è un solo nome che non compare mai nella sua agenda: Gianfranco Fini.  

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