Personalmente avverto un senso di fastidio quanto vedo o parlo con gente furbastra che professa sentimenti di etica e di moralità.
Suiquali le donnine allegre pretendevano anche esse le provvigioni, magari arrotondate di qualche prestazione extra. Sbandierare - diverso è il caso di analisi o relazioni - il dover essere morali, senza guardarsi allo specchio è uno sport che francamente non mi appassiona e rifuggo anche dall'entrare in polemica con individui smaccatamente falsi. È stato varato lo scudo fiscale che consente a chi illegalmente detiene beni all'estero di riportare le proprie ricchezze in Italia, contro un pagamento del 5% sul valore dei beni rimpatriati. Lo dico subito per evitare equivoci. Non è giusto che chi paga le tasse debba amaramente assistere a fenomeni di evasione. Ma, di contro, pragmaticamente è preferibile che, in un momento di grave crisi economica, lo Stato, come la parabola del figliol prodigo, riaccetti in famiglia il figlio un po' discolo. Ma perché gli italiani hanno portato le loro ricchezze e taluni i loro risparmi all'estero? Soltanto perché sono farabutti e disonesti? Certamente ci saranno anche questi ma la storia ci deve pur insegnare qualcosa. Caduta del fascismo, disfatta morale e materiale del nostro popolo, pericolo rosso con il timore dei cosacchi in piazza S. Pietro. Borghesia che si modificava con il passaggio della ricchezza rurale a quella finanziaria, meno palpabile. Sirene estere che approfittavano del disfattismo domestico. Svizzera, Montecarlo, Lussemburgo e poi paesi esotici, con il concorso di interessate consulenze, erano le sirene che attiravano un Ulisse non legato all'albero. Paura di noi stessi. Chi ha portato capitali all'estero guadagnava grazie alla svalutazione della lira, fenomeno scomparso. Ora chi ha beni «fuori» ci rimette causa esose commissioni di gestione. Soluzione. Facciamoci prestare da qualche museo francese una ghigliottina e tagliamo un po' di teste. Oppure a dispetto di tanti interessati, con commentatori in malafede, sollecitiamo i nostri connazionali al rientro. Questo è pragmatismo che è nello interesse di tutti. Ricordiamoci che il debito pubblico, di dimensioni insopportabili, è la nostra palla al piede. Se lo scudo permetterà una diminuzione del debito, venga pure lo scudo, a dispetto di tanti Savonarola. Lo Stato si deve ammodernare e investire in infrastrutture. Evito ulteriori commenti.