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Ora basta veline rosse Mikhail vuole l'escort

Annozero

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Del resto, ci aveva avvertiti. Una settimana fa, inaugurando "Annozero", Mikhail aveva rivelato coram populo l'intenzione di ascoltare Madame D'Addario «in una delle prossime puntate». Lo farà stasera, dopo aver già mandato in onda uno spezzone «molto casto» di un'intervista dove la signora rifletteva sul malcostume tutto italiano di trattare le ragazze ambiziose come puttane, poi si vedrà se di serie A o di serie B: «Escort o veline? Non capisco la differenza...Se una vuole far carriera in tv...Chiaro no?». Oggi Patrizia sarà disponibile su Raidue per un colloquio con Santoro: e se è sacrosanto pagare il canone, triste sarebbe se gli italiani versassero la propria quota per essere trattati da voyeur, finanziando il flirt (platonico, certo) tra l'ospite e il conduttore. Con la prima a segnare il nuovo discrimine fra l'Etica e l'Abisso, e il secondo a incoronarla come la Mata Hari di un'opposizione capace ormai di eccitarsi solo con gli Ormoni di Stato. Quale scoop serba Mikhail sotto la tintura dei capelli? Che rivelazione potrà mai fornirle la bionda Patty, di cui già conosciamo le «brutte esperienze con gli uomini», il «sogno di diventare imprenditrice», quel racconto dei «mille-duemila euro» promessi da Tarantini e magicamente centuplicati a furia di interviste e di tournée internazionali? Per assicurarsela - non è chiaro se in studio o in collegamento - Santoro ha persino soffiato sul tempo la rivale Lucia Annunziata, in trattativa per un faccia a faccia con la D'Addario nel suo talk domenicale su Raitre. Nessuno, naturalmente, sospetta che Mikhail abbia pattuito la performance (verbale) della Madame di tutte le Puglie per un fine men che nobile: lo farà perché nel suo stomaco bolle il sacro fuoco della purezza comunista, come quando scriveva, da ragazzo, su "Servire il popolo". Guai a chi insinua che la D'Addario superstar di "AnnoZero" sia solo la più malinconica - e puntuale - diagnosi di quel Morbo di Ricci di cui soffre segretamente il Nostro. Per il quale, con cinico pragmatismo, la macchina televisiva deve portare ascolti, impedendo ai rottweiler della censura di mordergli i polpacci. Una trasmissione in cui si parla di roba serissima come la crisi economica non può essere sostenuta solo dai baffoni da Kominform del magnifico Sandro Ruotolo: serve una quota funzionale di Figa & Gossip. Le Veline vere - quelle di "Striscia" - non sarebbero plausibili nel contesto cashmere-chic: vuoi mettere la Escort presidenziale? Il massimo risultato di audience con il minimo sforzo ideologico. Anche perché dal catalogo delle Micheline non c'è più granché da pescare: Santoro le seduce - professionalmente - le espone all'occhio da triglia perversa del telespettatore illuminato e illuminista, e le scarica una volta finita la passione mediatica. Solo l'algida Luisella Costamagna, scelta fra tremila attraverso una videocassetta osò commentare, "dopo": «Da quando c'è stato l'editto bulgaro lui è un altro, e io sono cresciuta», adieu. Le collaboratrici del tombeur campano, allevate nell'acquario di Telekabul, erano e sono tutte belle e pensanti: Bianca Berlinguer, Maria Cuffaro, Mariolina Sattanino, l'amata Simonetta Martone. Giornaliste con un curriculum, un cervello e un sorriso televisivamente assassino. Poi l'involuzione: Rula Jebreal congedata dopo l'ignominia della "gnocca senza testa" sussurrato da un ospite, la contessina Beatrice Borromeo chiamata a rappresentare la «generazione zero» dei giovani precari dalla tolda della chiatta cabinata del fiancée Pierre Casiraghi, la fiorettista Margherita Granbassi, troppo sexy per essere una carabiniera in servizio permanente, e ora Giulia Innocenzi, da archiviare sotto il genere: «Acqua e sapone, ma se provi a dire che sono una stupida ti mollo un calcio negli zebedei». La sua prima dichiarazione? «Nel Pd non c'è libertà». Scomoda per Mikhail: che non nasconde la nuova cotta per Patrizia l'Escort, mica una Velina Rossa qualsiasi.

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