La strategia anti ostruzionismo sullo scudo fiscale gliela avrebbe sollecitata Tremonti
Ilministro dell'Economia incrociando Fini alla festa del Pdl a Milano lo avrebbe messo in guardia dall'inevitabile fuoco di sbarramento che l'opposizione avrebbe fatto in estremis, durante il voto di fiducia, per cercare di far decadere il decreto. Previsione che si sono avverate ma ieri il presidente della Camera aveva già caricato la sua arma. In gergo viene definita «ghigliottina», ovvero la conclusione anticipata della discussione per passare al voto. Certo l'opposizione è insorta, l'Italia dei Valori ha gridato all'«ennesima furbata» e il capogruppo Soro del Pd ha tuonato: «è ingiustificabile, siamo di fronte a un provvedimento vergognoso», ma Fini ha dato una spiegazione a prova di bordate: bisogna accelerare e evitare che il legittimo ostruzionismo si trasformi in un ostacolo per impedire i lavori della Camera. Di più: per impedire che il testo arrivato in ritardo alla votazione, sia consegnato al Capo dello Stato a ridosso dalla scadenza. È stato un ultimo round tra le polemiche il voto di fiducia (309 sì e 247 no), ieri, nell'Aula di Montecitorio. Oggi il testo dovrebbe ottenere il via libera. Determinante l'annuncio da parte di Fini di essere pronto a blindare la tempistica per impedire l'ostruzionismo. Il Capo dello Stato, con il testo in mano oggi pomeriggio, avrebbe almeno 48 ore di tempo per studiare il provvedimento che decade sabato. Napolitano oggi parteciperà ad un dibattito sul Mezzogiorno ad Altamura ed è probabile che volendo prendersi tutto il tempo utile per le ultime valutazioni, che con ogni probabilità saranno accompagnate da una nota esplicativa, si porti dietro il testo licenziato dalla Camera. Fini aveva espresso questa urgenza anche nella conferenza dei capigruppo in mattinata prima della votazione sottolineato l'esistenza «di oggettive anomalie procedurali nella vicenda dell'iter del decreto, trasmesso dal Senato a dieci giorni dalla sua scadenza». Fini ha ribattuto punto su punto all'opposizione difendendo la scelta di dare più tempo al Colle: «Si tratta di una elementare forma di rispetto verso Napolitano». Poi ha ricordato che è suo potere avvalersi di tutti gli strumenti a disposizione per impedire che il decreto correttivo del dl anticrisi decada. In mattinata Berlusconi era tornato a difendere lo scudo fiscale con la necessità di recuperare «quei soldi che sono sfuggiti al controllo dello Stato e sono all'estero». Il rientro dei capitali può portare nuova linfa all'economia e poi «con il 5% avremo a disposizione alcuni miliardi per la ripresa». Di Pietro ha lanciato l'enesimo appello a Napolitano: «non è più il tempo del buffetto sulla guancia: questa norma è incostituzionale». Il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha replicato a tono: «La decisione di Fini non è lesiva del ruolo Parlamento ne' dei diritti dell'opposizione, che ha tutti i modi per esprimere il suo dissenso nel dibattito parlamentare».