Berlusconi studia la contromossa

Come è possibile invitare una che si definisce "escort" in una trasmissione pubblica? E ancora: a questo punto è bene che nessun esponente del Pdl partecipi alla puntata. Frasi che danno il senso della reazione di Berlusconi quando ha saputo della partecipazione della D'Addario ad Annozero. Si arrabbia, parla con i suoi, parte qualche telefonata ai piani alti della Rai. Di fatto, hanno spiegato da Viale Mazzini, non c'è alcuna conferma. Ma se dovesse accadere, si valuterà poi in base al contratto del servizio pubblico. Per tutto il giorno, tra un incontro istituzionale e l'altro, il premier ha ragionato sulla risposta più giusta a quello che ormai considera un vero e proprio attacco. Non crede all'eliminazione del canone Rai come segnale di protesta, così come vuole mantenere bassi i toni verso Santoro («Lui e la Dandini ci portano voti», ha detto la sera prima a cena con i parlamentari), convinto che arrivare ad uno scontro con il conduttore in questo momento sarebbe solo deleterio. Pensa però che, a questo punto, in uno scenario dove gli attacchi al governo avvengono più sul piano mediatico che su quello politico, bisogna adoperarsi per rispondere nel modo più adatto. Con gli uomini giusti, e, perché no, magari ipotizzando anche qualche programma televisivo che possa fare da contraltare ad Annozero. Difficile in Rai, più probabile sulle reti Mediaset. Quando il Cavaliere arriva alla Camera, nel Transatlantico non si parla d'altro. Ci sono i deputati chiamati a votare il dl sullo scudo fiscale. Ci sono tanti ministri. Ci sono i giornalisti a caccia di ulteriori dettagli sulla notizia del giorno. Il premier entra in Aula a braccetto con il ministro Fitto. Passano cinque minuti ed esce, dirigendosi verso il suo studio dentro il Palazzo. Con lui c'è il vice ministro alle Comunicazioni Paolo Romani, più alcuni stretti collaboratori del presidente del Consiglio. Romani in mattinata si era già espresso sulla D'Addario ad Annozero, sottolineando come «ci sarà il solito problema se un programma di questo tipo e con queste presenze è compatibile con il servizio pubblico Rai». Top secret sulla chiacchierata con Berlusconi, anche se stando alle voci che giravano nel Palazzo, il premier avrebbe chiesto al viceministro informazioni sul caso Santoro. Certo bloccare non si può bloccare, «la libertà di stampa non si tocca». Quello che però si può fare è tentare di replicare sullo stesso piano, quello mediatico. «Per fare questo, c'è bisogno di più soldati in campo, uomini alla Feltri che non hanno paura di dire quello che pensano», spiega un parlametare della maggioranza. Dunque, più soldati in campo. E questo anche all'interno dei vertici Rai, o tra i direttori di testate. Passando anche da una linea unica di maggioranza e di governo. Sulla puntata di stasera il Cavaliere ha subito impartito un primo ordine di scuderia ai suoi: non commentare, in nessun modo. Seconda direttiva: non accettare in nessun caso di prendere parte alla trasmissione. E infatti, diversi esponenti del centrodestra contattati dalla redazione di Annozero, hanno declinato l'invito (primi tra tutti i "finiani" Italo Bocchino e Flavia Perina, il sottosegretario Alfredo Mantovano ed il ministro Raffaele Fitto). Il tutto però con toni soft verso Santoro. Certo, l'amarezza resta. «Come editore - aveva detto Berlusconi in mattinata a Skytg24 - ho l'orgoglio di aver dato vita a giornali e reti, a Mediaset, che non hanno mai fatto un attacco contro qualcuno. Questa dovrebbe essere la regola, a maggior ragione nella tv pubblica...».