"Sogno un programma che sfidi Santoro in tv"

Una voce da dentro. Dal fortino assediato di Borgo Angelico dove Annozero prende vita ogni settimana. Come si vive questo momento sotto attacco. Risponde Corrado Formigli, uno tra gli inviati di punta delle trasmissioni di Santoro. «Nel fortino stiamo bene. Stiamo lavorando sulla questione economica, sulla crisi. La cosa migliore è lavorare. Certo non c'è in azienda un bel clima intorno a noi. Però ci siamo abituati».   Non basterebbe avere una trasmissione con un conduttore di destra? «Parto da un presupposto: più voci ci sono nella televisione italiana meglio è. A maggior ragione nella nella tv pubblica che è la televisione di tutti e che quindi è lo specchio del Paese e deve rappresentare le tante anime che ci sono. Il problema è aggiungere voci, non toglierle. Mi piacerebbe molto vedere un bel programma alternativo che sfidasse Annozero sul terreno della qualità della fotografia, dei montaggi. Sulla qualità degli ascolti. Sulla quantità degli ascolti soprattutto. Magari ci fosse una trasmissione che ci sfidasse su questo. Una sfida affascinante. Noi saremmo pronti ad affrontarla». Perché tanta aggressività verso di voi? «Vorrei far presente che oggi la nostra viene considerata una trasmissione antiberlusconiana per eccellenza. Annozero, e prima di Annozero tutte le trasmissioni di Santoro, sono stati programmi critici contro il potere e i partiti. Non è stato mai particolarmente amato a sinistra. Mai avuto sponsor politici. Basta con questa formula "conduttore di destra conduttore di sinistra". Prendiamo un conduttore che sia critico nei confronti del potere. Quando c'era la guerra in Kosovo, allora la trasmissione di Santoro si chiamava "Moby Dick" ed era a Mediaset, è stato fortemente critico verso il governo D'Alema. Prendiamo un conduttore che abbia un attitudine a fare una trasmissione corrosiva nei confronti del potere. Mettiamolo alla prova e facciamogli fare un programma. Però ci vogliono gli operatori, gli inviati, le idee. Non basta mettere il cartellino "destra" o "sinistra" sul conduttore e vedere se funziona meglio su Rai 1, Rai 2 o Rai3. Bisogna saperla fare. Ci vuole una squadra». E chi potrebbe guidarla questa squadra? «Ci hanno provato in tanti a fare un programma alternativo a Michele. Quando chiusero Santoro provò Antonio Socci con Excalibur. Provò Masotti... Gli ascolti non sono andati un granché bene. In tutto questo il programma di Socci "Excalibur", che era la cosa più lontana che si poteva immaginare rispetto alla nostra, aveva un'idea, un coraggio di sperimentare qualcosa. Giornalisti che siano in grado di fare il 20 per cento non è che si creino dall'oggi al domani. Bisogna costruirlo. Fare squadra. Non è un problema di destra o sinistra, rappresenti un mondo invece di un altro. È un lavoro di squadra, di fabbrica. È una fabbrica giornalistica: di montatori, di operatori che portano un prodotto forte e controverso come Annozero». Qualche nome? «Ci sono tanti giornalisti che si sono cimentati. C'è Gianluigi Paragone, Marcello Veneziani. C'è Giuliano Ferrara. Perché Ferrara non fa un bel programma anche lui? Poi vediamo. Faccia un bel programma di informazione visto che è molto attento a dare lezioni a tutti su come si fa la televisione. Come si fa il corretto giornalismo. Faccia una trasmissione in concorrenza di Annozero, non al posto di Annozero. La cosa che trovo abominevole in tutta questa storia è il fatto che giornalisti chiedano che altri giornalisti vengano fatti fuori. Che cavolo di categoria è la nostra? Ormai ci sono giornali che fanno campagna contro altri colleghi. E non ha importanza di quale parte siano. È aberrante. Un giornale, una televisione fa campagna per dire "togliete quel giornalista di mezzo, togliete quella trasmissione". Facciamolo chiedere al potere politico. Ai politici sta sulle balle la televisione corrosiva. Facciamolo chiedere a loro di chiudere le trasmissioni. Almeno un minimo di dignità professionale, di coesione, di difesa l'un altro. Poi si misurino sul mercato. Ferrara si misuri sul mercato. O chi per lui. Tutti quelli che oggi ci insegnano come si fa buona televisione. Vittorio Feltri faccia una sua trasmissione televisiva. Ha tante reti a disposizione. Vediamo cosa combina. Sono tutti buoni a sentenziare e a dare consigli. Fatto è che ci hanno provato in molti e nessuno è andato oltre il 5,6% in prima serata. Come mai?».