Scudo fiscale

Lamaggioranza ha respinto le pregiudiziali di anti-costituzionalità presentate dalle opposizioni e ha chiesto la chiusura anticipata degli interventi sul complesso degli emendamenti al decreto legge correttivo con lo scudo fiscale. La fiducia sarà votata oggi alle 19,35 (le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 18,15) e il voto conclusivo dovrebbe avvenire giovedì. La consistenza dei patrimoni degli italiani detenuti all'estero «che potrebbero essere rimpatriati aderendo allo scudo fiscale è di quasi 300 miliardi di euro». Il dato emerge da un comunicato stampa congiunto Guardia di Finanza-Agenzia delle Entrate (consegnato in occasione del convegno «Il destino dei paradisi fiscali») ed è riferito ai quasi 300 miliardi di euro corrispondenti ai patrimoni detenuti all'estero dagli italiani, secondo una stima fatta dalla Associazione Italiana dei Private Bankers. Dei 300 miliardi di euro di tesori italiani oltre confine, 125 miliardi si troverebbero in Svizzera e 86 in Lussemburgo. Le opposizioni, che hanno approfittato di tutti gli spazi consentiti dal regolamento di Montecitorio per prendere la parola, intanto attaccano Esecutivo e maggioranza convinti che lo scudo fiscale sia «uno schiaffo agli onesti», come dice il segretario del Pd Dario Franceschini, e addirittura «favorisca la criminalità», come sostiene l'Italia dei Valori. Il governo per contro difende il provvedimento: «Nessuna amnistia, le norme sullo scudo sono in linea con l'Unione europea», è la replica del Tesoro in Aula. Una difesa che riguarda l'impianto generale delle norme ma che tocca anche le modifiche introdotte durante i lavori in Senato senza le quali, secondo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, l'adesione alle operazioni che consentono la sanatoria si sarebbe tradotta in un «suicidio». Insomma, il governo che pure ha affidato alla maggioranza la paternità delle norme sullo scudo «non si è nascosto - assicura il sottosegretario Alberto Giorgetti - dietro a nulla». E a quanti, Italia dei Valori e Pd in testa, in questi giorni hanno contestato la costituzionalità delle misure, chiedendo anche direttamente l'intervento del Capo dello Stato, la maggioranza risponde compatta. «Siamo convinti - dice il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi - che rispetti la Costituzione e le leggi dello Stato. Quindi siamo certi che il Presidente della Repubblica esaminerà con responsabilità le nostre leggi e si comporterà di conseguenza».