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Penati: "Pd, serve gestione collegiale" Franceschini: "Il leader sono io"

Dario Franceschini

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"Fino alle primarie Dario Franceschini di fatto non è più il segretario perchè non ha ottenuto il consenso da parte di due terzi del partito che sta gestendo". Filippo Penati, il coordinatore nazionale della mozione Bersani, commenta così i dati sui congressi nei circoli. "Non si tratta di una richiesta di dimissioni, ma di una riflessione - ha sottolineato Penati - che Franceschini dovrebbe fare". "Bersani - ha aggiunto il coordinatore - ha il profilo politico che garantisce la maggiore unità del partito e non è corretto dire che chi ha ottenuto i due terzi dei consensi è meno unitario a meno che non si voglia usare questo argomento come un ricatto". "Nessuna 'sfiducia' di fatto, nessun 'segretario in pectore', il segretario del Pd fino alle primarie resta quello attuale, a prescindere dal risultato del voto dei circoli". Dario Franceschini non ha gradito affatto la sortita di oggi di Filippo Penati che, oggi, lo ha sostanzialmente invitato a dimettersi sostenendo che, dopo il voto degli iscritti, di fatto non è più il segretario. E per questo, secondo quanto si apprende, Franceschini ha preso il telefono e ha chiamato sia Pierluigi Bersani che Massimo D'Alema per ripetere che il percorso è quello scritto nello statuto e, soprattutto, per chiedere una chiara presa di distanze dalle parole di Penati: voglio una smentita, avrebbe detto Franceschini al telefono. Una polemica di cui si era avuta un'avvisaglia già ieri, quando sempre Penati aveva commentato i risultati dei congressi di circolo parlando di "grande elezione popolare". Frase che Ettore Rosato, coordinatore della campagna congressuale di Franceschini, aveva commentato: "Così si delegittima il partito, non solo Dario Franceschini. Ma, del resto, sono gli stessi che hanno impedito a Veltroni di fare il segretario e che in questi anni hanno bruciato un leader dopo l'altro. Continuano con lo stesso stile". Franceschini, decisamente irritato, ha già sconvocato la segreteria prevista per domani e ha telefonato sia a Pier Luigi Bersani sia a Massimo D'Alema per ricordare che il segretario - come prevede lo statuto - sarà eletto con le primarie del 25 ottobre e chiedendo di prendere le distanze da Penati. Fonti vicine a Franceschini fanno notare che la situazione è grave dal momento che di fatto una gestione "condivisa" c'è già: da quando è stato indetto il congresso, infatti, ad ogni riunione di segreteria partecipano anche Bersani e Ignazio Marino o in loro assenza, i coordinatori delle rispettive mozioni. Questo - viene spiegato - proprio per garantire la massima condivisione possibile. Ma com'é possibile, si chiede chi sta vicino a Franceschini, pronunciare queste parole di delegittimazione a 25 giorni dal voto delle primarie? Che, ricordano, sono determinanti per la scelta del nuovo segretario.     

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