Contro Silvio le corazzate della satira rossa
Per carità: liberissima di andare. Magari, però, agli aquilani che oggi attendono la consegna di nuove case, poco interessa l'opportunistico show di Sabina Guzzanti che scimmiotta Berlusconi. Si obietterà: la satira non è una questione di stile, né di sobrietà. Una manifestazione di protesta (quella dei comitati spontanei di cittadini, con l'adesione dell'Italia dei Valori) ci può legittimamente stare, nel cratere del terremoto: ma le pagliacciate, per il rispetto degli sfollati, sarebbe meglio evitarle. Perché poi, e ormai da tempo, la sacerdotessa dell'invettiva non si tiene: mesi addietro, perfino Santoro che ne ospitava in tv gli sketch, ebbe perplessità a mandare in onda la gag del premier dipinto come un presunto omosessuale. Durante il tour teatrale del 2008, la Guzzanti impersonava infatti un Cavaliere su un letto d'oro, con l'alloro in testa e un enorme fallo di gomma che spuntava dai pantaloni: alla fine il finto presidente del Consiglio lasciava trapelare la sua attrazione per Putin, che però «è pedofilo, gli piacciono le bambine». E spalmandosi il rossetto sulle labbra, Sabina-Silvio terminava sospirando: «In questo Paese tutto devo fare, pure la figa!». Spiega la comica, sul suo sito internet: «La cosa divertente è che questo pezzo di Berlusconi l'ho girato l'anno scorso per lo spettacolo "Vilipendio", e che sembra fatto apposta per questo momento. L'ho girato lo stesso giorno in cui ho fatto quello per "AnnoZero" con la corona dall'alloro che era la versione accettabile per la tv. Quando sono venuti sul set quelli di "AnnoZero" dentro di me coltivavo la speranza che dicessero: "ma usiamo anche quest'altro, tutto sommato il pisellone di gommapiuma è una roba da farsa plautina, roba che si vede in gita nei musei etruschi": ma ovviamente non è successo». Perfino Mikhail avrà pensato che quando è troppo è troppo: ma il segno era già stato passato infinite volte, come quando la Guzzanti osò scherzare sul cancro della Fallaci, beccandosi la replica della scrittrice toscana: «È un'imitatrice senza intelligenza nè civiltà». Perché la satira deve saper colpire con precisione chirurgica, sopratutto quando è feroce, conservando una qualche finezza allusiva. Le battute sulla Carfagna suonavano solo come insinuazioni da trivio: non c'era traccia d'arte, in quelle sortite. E alla Guzzanti non sembri "censura" governativa, quando le si ricorda che il suo ritratto più azzeccato era il D'Alema devastato da tic e rabbia implosa. Ma a "festeggiare" il compleanno di Berlusconi penserà stasera su Raitre anche Serena Dandini, con la prima puntata (orario indefinito, ma chiusura entro mezzanotte) del suo "Parla con me". Sottolinea la conduttrice: «Ci sentiamo un po' intimiditi, ma non c'è alcuna censura, fino a prova contraria non ci sono bavagli, e noi faremo satira». Perché, bontà sua, «non siamo un partito, e neanche la sinistra ha capito questa televisione». Il pezzo forte della striscia (in onda dal martedì al venerdì)? Naturalmente il finto-reality "Lost in Wc", dove le attrici Federica Cifola e Paola Minaccioni impersonano due ragazze pugliesi, in abiti neri leggeri, dimenticate in un bagno di "Palazzo Graziella", mentre usano il phon di...Putin. Al quale, ormai, fischieranno le orecchie: con i venti che tirano dall'Italia, penserà di avere contratto un'otite. Ma la Dandini stia tranquilla: come disse una volta Fiorello, "chi fa satira di serie B non viene censurato".