Per l'ex pm è iniziato il tramonto
Dallaquestione morale, naturalmente. Quella sulla quale l'Idv ha investito tutto. E l'ha resa evidente chi mai avremmo immaginato: Paolo Flores d'Arcais, compagno di merende giustizialiste dell'ex-pm. Su «Micromega», ha pubblicato un'inchiesta che è un j'accuse verso Di Pietro intitolata «C'è del marcio in Danimarca. L'Italia dei valori regione per regione». Vien fuori che nella Penisola si annidano ras del partito del Grande Moralizzatore che non hanno le carte in regola per fare le pulci agli altri. Flores d'Arcais invoca un congresso di rifondazione dell'Idv. Non è lusinghiero per l'uomo che si ripropone di ripulire il Paese e «scopre» che c'è tanta immondizia anche in casa sua. Ma perché un giustizialista si mette contro l'altro? Da quel che si capisce gli occhi sono puntati sul pupillo di Di Pietro: Luigi De Magistris le cui ambizioni politiche sono peraltro note avendole egli stesso ammesse. Flores d'Arcais gli offre il suo braccio intellettuale, come si evince dal dialogo che intreccia con lui sullo stesso numero di «Micromega» nel quale condanna la deriva «partitocratica» dell'Idv. L'ex-magistrato napoletano, catapultato nell'Europarlamento, si prepara alla battaglia del rinnovamento. Ma non sarà facile scalzare il suo mentore. Di Pietro, infatti, ha in mano le chiavi del partito. All'ordine del giorno del congresso non c'è l'elezione del nuovo presidente. Il tesoriere continuerà a rispondere a lui che gestisce in maniera personalistica il patrimonio dell'Idv, i finanziamenti pubblici e tutte le altre risorse del partito. Si sa, senza soldi non si cantano messe. Perciò il sogno di Flores d'Arcais e di De Magistris probabilmente è destinato a rimanere tale. Almeno per adesso. Ciò non significa tutto sarà come prima. Il malumore sta venendo a galla ed i pretoriani di Di Pietro non si sentono più tanto al riparo da ritorsioni elettorali. Neppure i consensi, verosimilmente, saranno gli stessi. Soprattutto a livello locale dove, come scrive «Micromega», «le ali del gabbiano arcobaleno sembrano troppo spesso zavorrate dal peso della sua contiguità ad un ceto politico dai modi di fare discutibili». Parole che sono pietre.