Di Pietro prende soldi dall'Idv
DiPietro finanzia Di Pietro. Nell'ultima campagna elettorale l'Italia dei Valori, partito del quale è segretario l'ex ministro dei Lavori pubblici, ha staccato un bell'assegno da trecentomila euro per sostenere la propaganda di Tonino. Il quale era candidato come capolista in tutte le circoscrizioni, sebbene avesse dichiarato sin dal primo momento che non avrebbe messo piede al Parlamento europeo. L'Italia dei Valori, tuttavia, ha deciso di finanziare per le Europee di giugno oltre al grande capo, soltanto quattro candidati. Assegno pesante, ben 180mila euro, per Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e oggi vero numero due dell'Idv: era anche stato designato per la più importante carica istituzionale destinata al partito, la presidenza della commissione di Vigilanza Rai. Ha avuto settantamila euro l'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris eletto a suon di voti. Tanti che ha superato in preferenze dirette anche il suo leader. Stessa cifra per Sonia Alfano, figlia di Beppe, il giornalista di destra siciliano ammazzato dalla mafia negli anni Ottanta. Anche lei ce l'ha fatta ed è stata eletta e finora la sua attività a Strasburgo si è concentrata più contro Berlusconi che per altre iniziative. E altri settantamila euro sono andati a Carlo Vulpio, ex giornalista del Corriere della Sera, il giornale per il quale seguiva le inchieste proprio di De Magistris. Vulpio non ce l'ha fatta visto che compare negli elenchi dei non eletti, più volgarmente dei trombati. I finanziamenti degli ultimi tre (De Magistris, Alfano e Vulpio) sono stati registrati tutti lo stesso giorno, il 30 luglio scorso. Quello per Orlando in un'altra data, il 4 agosto. L'Idv ha eletto al Parlamento europeo sette parlamentari. Oltre a quelli già citati ci sono il filosofo Gianni Vattimo, l'ex magistrato Pino Arlacchi, Niccolò Rinaldi, un dipendente del Parlamento europeo dove ha ricoperto anche la carica di segretario generale aggiunto, l'ex sindaco di Olbia Giomaria Uggias e Vincenzo Iovine, un casertano molto attivo nel mondo sociale soprattutto nelle battaglie a fianco dei pensionati. Difficile che anche altri abbiano avuto fondi dal partito perché, nel caso, devono essere registrati entro tre mesi: si è votato il 6 e 7 giugno e dunque si sarebbero dovuti dichiarare entro i primi giorni di settembre. Cade infatti dalle nuvole Vattimo: «Non ho avuto manco un euro dal partito. Mi hanno dato dei manifesti, che ho usato molto perché erano fatti meglio di quelli che avevo realizzato io, e dei santini». Aggiunge il filosofo di estrazione comunista: «Sono venuto a Roma per alcune manifestazioni politiche ma non ho sborsato nulla, credo che abbia provveduto il partito. Ma non so se sia stato finanziato qualcuno. Non credo. Perché? Le risulta che qualche candidato abbia avuto soldi?» Lui, Tonino, continua a sparare a zero. Ieri ha sostenuto che la mafia ora è entrata nelle istituzioni. Ma un po' a sorpresa ha anche ammesso che nella prima Repubblica «non tutto era marcio. La politica marcia l'hanno fatta i Salvo, i Ciancimino e quant'altri. Ma nella prima Repubblica c'erano anche i Pio La Torre, i Mattarella e Aldo Moro che sono morti ammazzati». «Questo vuol dire - ha precisato il leader dell'Idv - che non ci lasceremo intimidire neanche da chi, in nome di una società civile che avanza, vorrebbe mandare a casa tutto ciò che c'era nella prima Repubblica. Vogliamo fare una differenza di qualità, guardare nel merito delle credibilità delle persona. Vogliamo differenziarci molto da certi comportamenti». F. d. O.