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Il Colle frena Tonino

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Il presidente della Repubblica Giorgio napolitano

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Le polemiche politiche italiane restino all'interno dei confini nazionali. Insomma i panni sporchi si lavano in famiglia. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rivolto un invito chiaro alla delegazione degli europarlamentari italiani all'inizio della legislatura di Strasburgo. «Il Parlamento europeo non sia la cassa di risonanza delle polemiche della politica di casa nostra» ha detto Napolitano. Un appello che, alle orecchie avvezze a leggere i messaggi cifrati contenuti nelle parole del Colle, suona come una tirata d'orecchi all'Italia dei Valori. Troppo incline a coinvolgere Bruxelles su temi interni e di scontro politico con il governo Berlusconi come nel caso della discussione della libertà di stampa in Italia il prossimo 7 ottobre a Strasburgo. L'obiettivo del Quirinale e cioè sedare gli animi ed evitare coivolgimenti dell'organismo europeo su questioni politiche italiane è sembrato raggiunto a giudicare dalla vemenza della risposte arrivate dall'Idv. «Questi appelli bipartisan servono solo ad addormentare le coscienze, dare un'apparenza democratica, quando invece noi in Italia siamo in piena emergenza democratica» ha affermato Luigi de Magistris, europarlamentare del partito di Di Pietro che ha motivato il suo affondo: «la Commissione Europea e l'Onu criticano l'Italia sui respingimenti. E noi stiamo a discutere del fatto che ci sono parlamentari europei italiani che vanno in Europa a difendere la democrazia! Quando si discute di temi come quelli di oggi - la Costituzione repubblicana, la libertà di informazione, l'indipendenza della magistratura, il contrasto alla criminalizzazione dell'immigrato, la difesa del diritto d'asilo - io non vedo a cosa servano questi appelli bipartisan». Una risposta al vetriolo a cui si è aggiunta una nota collettiva di tutti gli europarlamentari dell'Idv presenti all'incontro che hanno affermato: «È dovere degli eletti al Parlamento europeo dare seguito al mandato ricevuto dai cittadini anche denunciando il solco sempre più profondo che separa l'Italia dal resto d'Europa». «Sarebbe quanto meno paradossale - hanno scritto - che venisse censurata la promozione di dibattiti trasversali e trasparenti in seno all'istituzione democratica per eccellenza dell'Unione europea». Una furia dialettica che non tiene conto della richiesta legittima di Napolitano ai parlamentari di impegnarsi a Strasburgo per le cose europee senza distrazioni. «Bisogna credere e spendersi per la causa dell'integrazione europea, ciascuno con il massimo di convinzione e dedizione. Nel Parlamento europeo - ha ammonito il presidente della Repubblica - vale la pena di impegnarsi fino in fondo, senza stancarsi di fare su e giù da Bruxelles e Strasburgo, e non pensando ad altri obiettivi e luoghi per il proprio futuro. Molto dipende dalla assiduità e dalla competenza».   Perché al Parlamento europeo si affrontano temi cruciali su cui l'Ue deve avere una voce sola. A partire dall'immigrazione e dal diritto di asilo, che è «inalienabile» e va «garantito a chi è costretto a chiederlo». Dunque stop a polemiche inutili. Parole che hanno raccolto il plauso del presidente del Senato. «I fatti interni - dice Renato Schifani - possono essere ampiamente e tranquillamente discussi all0interno dei propri organismi, non esportarli in organismi non competenti a discutere di fatti di casa altrui». Fabrizio Cicchitto (Pdl) coglie nelle parole di Napolitano un «evidente riferimento all'Italia», giudicando «significativo l'invito del presidente a operare nel rispetto delle funzioni del Parlamento europeo». E Pier Ferdinando Casini (Udc) legge nelle parole di Napolitano »regole di civiltà».

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