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Veneto al Pdl, per Zaia spunta il ministero della Salute

Luca Zaia

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La mossa a sorpresa potrebbe arrivare in Veneto, la Regione più complicata nel puzzle delle candidature nel centrodestra. Berlusconi pare ci stia pensando in questi giorni di trasferta americana e potrebbe presentarla agli alleati — ma soprattutto alla Lega — la settimana prossima, quando dovrebbero iniziare una serie di riunioni proprio sulle regionali. L'idea del premier è questa: creare, con una legge ad hoc, un ministero della Salute (attualmente affidato a un sottosegretario, Ferruccio Fazio) e affidarlo al responsabile delle politiche agricole Luca Zaia. Un posto «pesante» che permetterebbe così di dare il via libera alla ricandidatura del Governatore uscente in Veneto Giancarlo Galan e allo stesso tempo compenserebbe la Lega della perdita di una Regione alla quale tiene in maniera particolare. Un'operazione che permetterebbe in più di gettare sul tavolo delle trattative per le regionali qualche altra fiche importante, quella del ministero delle politiche agricole più un paio di poltrone da sottosegretario proprio del ministero della Salute. A quel punto alla Lega andrebbe una sola Regione dove il centrodestra potrebbe portare a casa la vittoria, il Piemonte, più l'Emilia Romagna. Che al partito di Umberto Bossi interessa perché lì, pur non vincendo, può consolidare un suo bacino di voti. Sistemato il Veneto — per il quale anche Gianfranco Fini spinge per la riconferma di Giancarlo Galan — il quadro delle candidature nelle altre Regioni, per il centrodestra, appare quasi fatto. Scontata la riconferma di Roberto Formigoni in Lombardia, in Piemonte il Carroccio schiererebbe il capogruppo alla Camera Roberto Cota, mentre ad An andrebbero la Calabria con l'attuale sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, il Lazio (considerando Renata Polverini candidata di Gianfranco Fini) e forse la Puglia qualora il Pdl non riesca a chiudere con l'Udc. E la scelta, se non dovesse passare il magistrato Stefano D'Ambruoso, potrebbe anche cadere sul sottosegretario all'interno, il leccese Alfredo Mantovano. Ma la Puglia è una delle Regioni dove molto dipende dalle scelte di Casini. Le ultime «quotazioni» danno il partito di Pier Ferdinando più vicino al centrosinistra, soprattutto ipotizzando che l'attuale presidente Nichi Vendola non venga ricandidato. Su di lui pendono infatti due incognite: la chiusura dell'inchiesta barese sulla malasanità e la possibilità che il centrosinistra scelga con le primarie. Nel caso il Governatore in carica venisse messo da parte i centristi non avrebbero alcun problema a schierarsi con la coalizione guidata dal Pd. Che a quel punto avrebbe ottime possibilità di vincere. Anche nelle Marche il centrodestra è molto «legato» alle decisioni dell'Udc. E infatti la candidatura è stata offerta al centrista Alessandro Forlani, proprio con l'obiettivo di raggiungere un accordo con il partito di Casini. Più facile invece che i centristi vadano con il centrosinistra nelle altre Regioni, Piemonte e Liguria. In quest'ultima il candidato del Pdl è il genovese Sandro Biasotti, deputato molto vicino al ministro Claudio Scajola. Partita ancora da chiudere nel Lazio, dove l'Udc però sembra essere più vicina al centrodestra, così come in Campania dove il Pdl deve decidere se candidare il ministro Mara Carfagna o Nicola Cosentino, sottosegretario all'economia.

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