"Il Paese ha bisogno di un'opposizione vera"

È da poco uscito il suo ultimo libro. Si intitola «A destra tutta. Dove si è persa la sinistra?». Presentandolo, martedì sera a Roma, Massimo D'Alema ha detto: «È un libro che fa arrabbiare». Forse perché a scriverlo è Biagio De Giovanni, filosofo, amico del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e, soprattutto, parlamentare europeo nelle file del Pci-Pds. Insomma se le critiche alla sinistra arrivano da sinistra, fanno arrabbiare.   Professore ormai l'unica opposizione a Silvio Berlusconi è quella dei giornalisti? «Indubbiamente esiste una carenza di opposizione politica». E Di Pietro? «L'opposizione di Di Pietro al governo è talmente a tutto campo da non essere più opposizione politica. Perché l'opposizione si fonda sulla mediazione, sul confronto, non sulla rottura». Quali sono le ragioni di questa carenza? «Non è una cosa di oggi. In questi anni la sinistra è stata dominata dal cosiddetto "partito di Repubblica". Anzi penso che molte delle difficoltà che ha avuto nel legarsi a una posizione popolare larga, nascano dal fatto che questa "sinistra da salotto" ha avuto in mano il pallino. L'unico tentativo di rendersi autonomi da questo coté culturale è stato fatto, nelle fasi iniziali, da Veltroni. Ma ha fallito. Anche per colpe sue». Forse è proprio questa la vera «anomalia» del sistema politico italiano. «A ben vedere, già la stagione di Tangentopoli nasce da un elemento dirompente: la distruzione di un intero sistema politico per via giudiziaria. Da questa anomalia nasce Berlusconi. L'errore della sinistra è stato non percepirne la dimensione politica. E se non si tratta Berlusconi come un fenomeno politico è chiaro che lo si "combatte" con armi non politiche». Cioè? «L'escort di turno, il giudice di turno, le accuse di fascismo e nazismo, le manifestazioni per la libertà di stampa. Ma in questo modo, nonostante gli errori della destra al governo, la sua egemonia si confermerà».   Cosa pensa dell'iniziativa del tre ottobre? «La trovo una ridicolaggine. Nel nostro Paese c'è piena libertà di stampa. Ma come sempre si sceglie un fantoccio e lo si combatte. E questo non giova all'opposizione politica». Il congresso del Pd cambierà qualcosa? «Sono molto scettico mi sembra che il dibattito in corso sia molto conservativo».   Crede che l'opposizione mediatica, prima o poi, si costituirà in un partito? «Il "partito Repubblica" ha sempre avuto la pretesa di condizionare i gruppi dirigenti della sinistra italiana, ma non si è mai identificato con nessuno». Quindi non ha un candidato preferito alla segreteria? «Credo tenda a preferire Bersani». Perché? «Identifica la vecchia logica del tutti insieme contro Berlusconi». E Santoro? «Credo che lui e Travaglio siano più un appendice dell'Idv. E comunque la maggioranza sta facendo un errore, gli hanno dato un ruolo che altrimenti non avrebbe avuto. Con Annozero l'informazione pubblica acquisisce un peso politico che non dovrebbe avere».