Inchiesta contro Berlusconi Tra gli obiettivi anche Piersilvio
Si sapeva. In un certo senso era annunciato. Lo avevano detto, e scritto, durante i mesi estivi avvelenati dalle polemiche: in autunno arriverà l'offensiva contro Silvio Berlusconi. L'ennesimo tentativo di deligittimare il presidente del Consiglio. Un altro affondo pesante, visto che tutta la storia delle feste e delle escort a Palazzo Grazioli ha fatto solo un buco nell'acqua. Il premier nei sondaggi non ha perso punti, anzi. E il gradimento nei confronti del governo è rimasto intatto. Ed ecco allora quello che tutti si aspettavano, l'ennesima inchiesta della magistratura di Milano, l'ennesima su Mediaset. Il tutto è stato riportato ieri dal quotidiano «La Repubblica», con una ricostruzione dettagliata della vicenda. Ovvio, si prende di mira il premier, ma stavolta facendo capire che l'obiettivo ultimo potrebbe essere Piersilvio. Quindi, il vero punto debole del Cavaliere, i suoi figli. Ed ecco che allora si intuisce l'espressione che il premier ha in conferenza stampa. Arrabbiato. Scuro in volto. Entra in sala stampa accompagnato dai ministri Tremonti e Sacconi. La cartella degli appunti in mano, tutti sulla manovra economica appena approvata dal Consiglio dei ministri. Berlusconi comincia a parlare ma dice subito di non avere molto tempo a disposizione: «Sono già in ritardo e devo partire per gli Stati Uniti». Il premier illustra il piano economico, «una vera svolta epocale». Ma i suoi toni e la sua espressione irritata fanno ben capire che, di lì a poco, il Cavaliere avrebbe detto anche dell'altro, togliendosi un fastidioso sassolino dalle scarpe. Si alza in piedi per andarsene, ed ecco arrivare il suo j'accuse: «Da qui in avanti, potete farmi solo domande su cose di politica vera, perchè noi facciamo la politica delle realizzazioni concrete, mentre la politica delle chiacchiere la lasciamo agli altri!». Quando in mattinata ha visto l'articolo del quotidiano di Ezio Mauro la reazione è stata subito di irritazione e stanchezza. Ancora una volta le polemiche ruotano sulla sua vita privata, stavolta inglobando le persone a lui più care, Marina e Piersilvio. Non ne può più delle paginate dei giornali pieni di «chiacchiere e gossip», nel tentativo di logorare la sua persona. Ecco perché già la scorsa settimana, al Consiglio dei ministri, aveva puntato il dito sull'opposizione e certa stampa, invitando i ministri a difendere in tv quanto di buono fatto dal governo fino ad ora. Contro le continue aggressioni, aveva detto, dobbiamo replicare punto per punto, spiegando alla gente quello che abbiamo realizzato. E ieri mattina, sempre durante la riunione dell'esecutivo, raccontano alcuni presenti, Berlusconi sarebbe tornato a far sentire la sua voce. Invitando tutti i ministri a non parlare più con i giornalisti se non per dare le comunicazioni di servizio o per annunciare i prossimi obiettivi. Niente altro. Input recepito, metabolizzato e messo in pratica subito da tutti gli esponenti del governo. Bastava essere nel Transatlantico della Camera ieri pomeriggio per capirlo. Al tentativo dei cronisti di saperne di più, di scavare sull'affondo di Berlusconi, la corale risposta è stata: «Non sappiamo nulla». C'erano i ministri Andrea Ronchi ed Elio Vito: stesso tentativo, medesima replica. Idem come sopra per alti esponenti della maggioranza. Prima di volare alla volta degli Stati Uniti (dove prenderà parte all'assemblea generale dell'Onu e al G20 a Pittsburgh) Berlusconi si è sfogato con alcuni fedelissimi. Il refrain è sempre lo stesso: quello su una giustizia che colpisce ad orologeria, vuoi sul piano giudiziario, vuoi sul piano mediatico. In un autunno appena cominciato, in cui però il quadro sul Cavaliere è già bello che tracciato.