Il premier: nuovi fondi per le missioni all'estero

A ottobre ci sarà il rifinanziamento delle missioni militari italiane all'estero. L'annuncio da parte del premier Berlusconi arriva a ridosso delle polemiche sul rientro del contingente italiano dall'Afghanistan. Un annuncio che il presidente del Consiglio inserisce in uno scenario che vede l'Italia con un ruolo centrale nella politica estera. A poche ore dalla partenza per gli Stati Uniti dove parteciperà, a New york, ai lavori dell'Assemblea dell'Onu e poi a Pittsburg al G20, il premier ha rivendicato il peso nello scenario internazionale che l'Italia si è conquistata grazie all'abile azione diplomatica del governo. Quanto ai finanziamenti delle missioni, il ministro dell'Economia Tremonti ha spiegato che verranno dal fondo presso Palazzo Chigi alimentato dalle maggiori entrate derivanti dallo scudo fiscale e dalla lotta all'evasione. Stretto d'assedio dai giornalisti, dopo il varo della Finanziaria, Berlusconi ha sottolineato quello che ha definito «un grande gol in politica estera». Ovvero aver determinato la distensione dei rapporti tra Stati Uniti e Russia «congelati in seguito alla decisione americana di istallare missili presso la Repubblica ceca e la Georgia nonchè all'offerta di ingresso nell'Alleanza atlantica per Ucraina e Georgia. Berlusconi ha sottolineato che mettendo a frutto, in un'opera di mediazione, l'amicizia non solo con la Federazione russa ma anche con Hillary Clinton e ora col presidente americano Barack Obama, è stato possibile far rientrare le decisioni russe e americane sui missili. Ma questo ruolo centrale nello scacchiere internazionale è stato possibile anche grazie al fatto che l'Italia è impegnata con 9mila soldati in operazioni di peacekeeping e peace enforcing. A questo si è aggiunta la capacità del governo di ottenere il ritorno allo spirito di Pratica di Mare, il primo grande accordo tra Stati Uniti e Russia, che prevedeva la partecipazione di Mosca come osservatore nella Nato. È forte di questi risultati, fa notare Berlusconi, che «andiamo a portare al G20 di Pittsburgh il lavoro del G8, del G14 e del G21 da protagonisti della politica estera». Ma questi successi, apprezzati all'estero, non vengono colti dalla stampa italiana, si lamenta il premier. «Mi piacerebbe che i media si togliessero gli occhiali e cogliessero i meriti della politica estera del governo».