Ecco i "Farabutti" della Tv
{{IMG_SX}}Se oltre a considerarsi «vigilati speciali» e «indesiderati», si definiscono «profughi da respingere» allora non c’è nulla di strano se all’allegra compagnia di Annozero piaccia riconoscersi tra i cosiddetti «farabutti» che secondo quanto denuncia Berlusconi pullulano in televisione. Quell'aggettivo piace talmente tanto a Michele Santoro che durante la conferenza stampa di ieri per lanciare la nuova stagione del programma in palinsesto da domani sera su RaiDue, ha annunciato: "La prima puntata si intitolerà Farabutti e verterà sulla libertà d'espressione nel nostro paese". Santoro torna così a far parlare di se. Annozero deve ancora cominciare e si prospettano 34 puntate incandescenti. Santoro non si pone limiti ma l'obiettivo è sempre lo stesso: attaccare il centrodestra e il governo. E la prova arriva durante la conferenza stampa. Prima si arroga il diritto di dare del bugiardo al direttore di RaiDue Massimo Liofredi, poi prende di mira il presidente del Consiglio: «Invitarlo in trasmissione? Non ha bisogno. Quando vuole si autoinvita direttamente. Noi lo accoglieremmo solennemente con fanfare e tappeto rosso. Certo, magari faremmo una trasmissione un po' più vivace di Porta a Porta dell'altra sera...». Santoro non sa far altro, è quasi monocorde. Fa anche il finto modesto («Il più bravo giornalista è Vespa») ma alla fine, forte del 18% di share, come un monarca lancia ultimatum. E se di libertà di espressione si tratta ecco che Santoro, dopo aver presentato la sua squadra composta da Sandro Ruotolo, Corrado Formigli e dal vignettista Vauro, entra a gamba tesa sullo scottante problema Travaglio che deve ancora firmare il contratto. La fronte inizia a corrugarsi. Come suo solito quando non viene accontentato alza la voce e batte i pugni. D'altronde riuscire a riportare il «Grillo parlante» della sinistra ad Annozero sarebbe come sconfiggere chi vorrebbe imbavagliarlo. E don Michele parte all'attacco: «Marco Travaglio ci sarà, se non c'è lui non c'è Annozero. Annozero e Travaglio sono la stessa cosa. È irrinunciabile anche se non è ancora stato chiamato dall'Azienda per firmare il contratto». Un avvertimento che si trasforma presto in ricatto quando l'anchorman annuncia: «Se non verrà firmato il contratto il programma non andrà in onda». Sul tema dei contratti Santoro, anche se seduto al suo fianco c'è Liofredi, diventa arrogante: «L'Azienda ce li ha fatti firmare solo una settimana fa, e l'intera troupe di operatori è stata messa a disposizione solo a tre giorni dalla partenza della trasmissione». Su questo punto è scoppiato il battibecco tra il conduttore, l'incaricato della gestione delle troupe della Rai, Stefano Balzola, e il direttore Liofredi. Balzola ha tenuto testa alle denunce di Santoro spiegando che i ritardi erano imputabili a un «mancato utilizzo di forze interne alla Rai da parte del giornalista» che invece avrebbe presentato una lista di persone di sua fiducia da ingaggiare. Un tentativo di spiegare la posizione dell'Azienda. Uno sgambetto che ha fatto montare su tutte le furie il giornalista: «È falso. Le troupe Rai sono occupate in altre produzioni e in merito, due mesi fa durante una riunione di redazione, è stato valutata e sostenuta l'importanza dell'uso di risorse esterne». E, nel caso in cui il clima all'interno della sala degli Arazzi di Viale Mazzini, non fosse stato ancora abbastanza carico di tensione, rincara la dose: «Dopo i ritardi siamo venuti a conoscenza dell'incontro del direttore generale con l'Agcom. È in atto un attacco esterno alla tv e al servizio pubblico. Non esiste in Italia nessuna legge che dà potere di censura preventiva all'Agcom», organo di cui l'anchorman ha sottolineato la natura politica. Da parte sua il direttore di rete Liofredi ha provato a far ragionare don Michele: «C'è stato qualche ritardo non voluto, ed ora è rimasto in sospeso soltanto il contratto di Travaglio di cui si sta occupando il direttore generale. Ma Santoro ha avuto tutto ciò che ha voluto». Poi rivolgendosi direttamente a Santoro ha tuonato: «Io ne farei anche a meno di una trasmissione come questa. Tu hai un certo tipo di tv molto forte, agguerrita, una sorta di inquisizione mediatica». Santoro non ci sta: «Sei un bugiardo. E querelami se vuoi, ma non ti conviene». «Nessuna querela» replica Liofredi. Ma si sa, Santoro vuole sempre avere l'ultima parola. Così ecco che torna all'attacco minacciando: «Non lo fare perché tanto non ti conviene, la verità è che le troupe le abbiamo avute ieri». Solo in chiusura di conferenza stampa Marco Travaglio, punta di diamante di Annozero, ha voluto dire la sua: «Mi sento mortificato come il gatto che è stato allevato a prendere topi, che li prende e per questo riceve i complimenti dal suo padrone. Mi è successo con grandi giornalisti, oggi considerati sovversivi, come Montanelli ed Biagi. Oggi in tv entrano assassini, stupratori e canari ma nessuno mi ha spiegato cosa ho fatto di male, essendo tra l'altro incensurato. Almeno aspettino che io faccia qualcosa». Eppure, votandosi a Santoro, sembra aver trovato un buon avvocato difensore e ha già preparato uno dei suoi pungenti monologhi sull'imprenditore barese Tarantini che dovrebbe andare in onda proprio domani sera. Naturalmente contratto permettendo.