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Cossiga: "Bagnasco rispetta i cattolici pacifisti"

Francesco Cossiga

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Sull'Afghanistan il cardinale Angelo Bagnasco non ha attaccato il governo ma, in ogni caso, è stato ben attento a non scontentare i cattolici pacifisti. Ne è convinto l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga che legge così la scelta del numero uno della Cei di non officiare i funerali dei sei militari morti a Kabul. Presidente, Bagnasco non ha partecipato alla cerimonia funebre dei nostri soldati, cosa ne pensa? «Il cardinale Bagnasco non ha voluto scontentare i cattolici pacifisti. Altrimenti non ci sarebbe una spiegazione per il fatto che tutti si aspettavano che la celebrazione fosse officiata da lui. E invece è stata celebrata dall'ordinario militare dell'Italia monsignor Vincenzo Pelvi. L'altra volta, in occasione dei funerali dei caduti di Nassirya nel novembre del 2003, la messa fu concelebrata dal Presidente della Cei Camillo Ruini e dall'ordinario militare che, allora, era proprio Bagnasco». Questo significa che nella Chiesa italiana è in atto una manovra di apertura verso i cattolici pacifisti come ai tempi di Giovanni XXIII? «Come ho già avuto modo di scrivere, credo che, nella Conferenza episcopale italiana, la situazione sia lungi dall'esser facile. Lo abbiamo visto durante il "caso Boffo". Lo sanno tutti che la Comunità di Sant'Egidio, Pax Christi, gli scout cattolici e la stessa Azione cattolica sono sempre stati pacifisti. Per fare questo discorso non dobbiamo solo riferirci a Giovanni XXIII. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che Giovanni Paolo II si schierò contro la Prima guerra del Golfo (1991) intervenendo tutti i giorni contro "Desert storm". Ricordo molto bene quella polemica perché a quei tempi ero Presidente della Repubblica». Crede che la Cei cerchi di evitare la partecipazione dei vertici a cerimonie di Stato che possono essere lette come un avvicinamento all'attuale governo? «È solo una parte della Cei ad avere questa posizione di distacco. Non è tutta la Conferenza episcopale italiana. E non è una questione che riguarda il Presidente del Consiglio. Si tratta solo di una questione che concerne gli interventi militari all'estero dell'Italia e di altri Paesi. Io non sostengo che Bagnasco si sia schierato da una parte, ma ho solo puntualizzato che il Presidente della Cei non ha voluto prendere una posizione». Secondo lei chi, all'interno della Cei, avrebbe voluto vedere il cardinal Bagnasco officiare la cerimonia? «La minoranza». Da chi è composta la maggioranza? «Sicuramente dal segretario della Cei monsignor Mariano Crociata. Lui sarebbe stato contrario alla presenza di Bagnasco solo perché alla cerimonia dei nostri caduti c'era Silvio Berlusconi. Non credo che Crociata si occupi o sappia niente di politica internazionale». Mi sembra di capire che, secondo lei, nella Chiesa tutti guardano negativamente alle missioni di pace. «No, non tutti. Basta leggere il telegramma di Benedetto XVI alle famiglie delle vittime. E ne ha parlato bene anche monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia».   E il Vaticano? Ha una visione diversa dalla maggioranza della Cei? «Sì. Ma non solo su questo tema. La Santa Sede è un soggetto internazionale diplomatico. Noto che nel caso Boffo la reazione della Cei, per bocca del suo presidente e soprattutto di monsignor Crociata, è stata durissima». Questo atteggiamento cambierà il volto politico della Chiesa italiana? «I cattolici pacifisti non sono mai stati sconfitti. Noto che la maggioranza dei movimenti cattolici e laicali, a parte Cl, non sono favorevoli al Pdl. Semmai sono in favore di Prodi. Mi riferisco ai cattolici che militano nei movimenti ecclesiali. La maggior parte dei cattolici praticanti voterebbe per il Pdl, anche se il consenso verso Berlusconi sta scemando». Tra le elites che, secondo il ministro Brunetta, complottano contro il governo ci sono anche esponenti della Chiesa cattolica? «No, non siamo più ai tempi in cui i vescovi avevano influenza sull'elettorato. Questo accedeva negli anni della Democrazia cristiana».

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