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Si entri nell'arena, non in questo triste teatrino

Le salme dei militari italiani caduti vengono trasportate sul C-130 che le porterà in patria

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Che tristezza, che immane tristezza. Tutto si riduce ad un teatrino, ad un circo Barnum a tre piste. Tutti a chiamare per nome persone mai conosciute che hanno lavorato, lottato e si sono sacrificate per ottenere un meritato grado ed il rispetto di chi opera per dare libertà ad un popolo che da decenni conosce solo la violenza. L'appiattimento del populismo e del finto dolore. Senza conoscerli, senza esserne interessati prima e ben consci che dopo i funerali torneranno ad essere un ricordo sbiadito. Ma la corsa a dire qualcosa di significante, di toccante o ancor meglio, o peggio, di innovativo e provocatorio continua. Quel che è ancora più orrendo è vedere lo squallore di vecchi regolamenti di conti tra i Gustavo Mazè de la Roche e gli uomini sul campo di oggi. Come se essere un paracadutista fosse una colpa dalla quale non è possibile mondarsi, come se volere fare il proprio dovere sino in fondo in un Paese, dove certamente la cosa non è così comune, fosse cosa da vergognarsi. Eccoli allora i Parà della Folgore, aggressivi, cattivi e anche diciamolo sinceramente un po' sanbabilini. Nelle altre Nazioni le forze di elite rappresentano un patrimonio comune, perché quando la situazione militare diventa complessa è sempre agli uomini e donne con il basco amaranto che si guarda con fiducia.   Nessuna retorica, quel basco non te lo regala nessuno. Lo devi ottenere con fatica. Allora invece che mimetizzarsi con i propri status da pensionati e strateghi in servizio permanente effettivo si entri nell'arena politica a pieno titolo, ma basta con lo stillicidio di posizioni che nulla hanno in comune con quei soldati che giorno dopo giorno prendono zaino in spalla e con il fucile in mano vado in pattuglia a migliaia di Km da casa nostra. Basta davvero perché è bastata un'esplosione a fare stupro dei loro corpi, lasciamo ai comandanti sul campo la serenità di operare senza i giudizi e i commenti di chi in Afghanistan non è mai stato. Tutti zitti ora, sta suonando il Silenzio.

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