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Masi, Travaglio e la maximulta

Marco Travaglio

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Provate voi a dormire con 90 milioni di euro che vi danzano davanti agli occhi. Sopratutto se non si tratta di un jackpot, ma di una possibile multa. Peggio ancora se la sanzione è quella che verrà comminata alla Rai dall'AgCom alla prossima intemerata in video di Travaglio. Così, non è difficile intuire quale notte da Innominato abbia trascorso il direttore generale della tv pubblica, Mauro Masi, prima di impugnare la stilo e firmare il contratto dell'opinionista di "AnnoZero". Il tempo è del resto scaduto: domani Santoro presenterà alla stampa il programma, in onda giovedì con la redazione di sempre, l'ineffabile Vauro armato di fogli e matite, e Giulia Innocenti al posto della Granbassi, impegnata con il fioretto. Comunque vada, Mikhail si sentirà come l'Armata Rossa sulle rovine del Reichstag. Per dire: con Travaglio al suo fianco, potrà intonare il bollettino della vittoria contro i dittatori. Senza, potrà continuare la guerra contro i complottisti che volevano mettere la mordacchia alla «libera» informazione. E nella malaugurata ipotesi di un Marco svalutato da un contraddittorio con editorialisti di diverso parere, Mikhail si indignerà, ma poi, davanti allo specchio, tornerà a sentirsi l'unico condottiero delle forze del bene, quello del «rivoglio il mio microfono», e non lo presto mica troppo a lungo, neppure agli amici. In un contesto simile, quella penna pesa una tonnellata nella mano del povero Masi. Che sa di non poter sbagliare mossa, stavolta: mercoledì è atteso nella fossa dei leoni della Vigilanza per spiegare il pasticciaccio dello speciale di "Porta a porta" in prima serata. Gli stucchi di Palazzo Chigi giurano che a Berlusconi non sia ancora passata l'arrabbiatura, e che insomma la poltrona del responsabile supremo di Viale Mazzini non sia avvitata in modo saldissimo, in queste ore. Anche il presidente Garimberti e gli altri membri del Consiglio di Amministrazione l'hanno lasciato solo con le proprie responsabilità: e la decisione su "AnnoZero" è delicata come poche. Perché ogni volta che Travaglio apre bocca scatta qualche querela, mentre all'AgCom sono ormai stufi dei semplici «richiami». Ora dall'Autorità avvertono «che una sola nuova sanzione da parte dei programmi Rai dei diritti della singola persona o della correttezza e dell'imparzialità dell'informazione comporterebbe una sanzione fino al tre per cento del fatturato». Novanta milioni, appunto. Ecco perché al piano più alto della Rai c'è voluto tempo per «approfondire», per cucire «paracadute» legali, per blindare certi opinionisti. Con una cifra così da sborsare, l'azienda va a rotoli in cinque minuti. Però Mikhail esulta. E nessuno osa ricordargli che nella «sua» serata del giovedì, la marcia trionfale era stata quella del rivale Floris. Che si portava dietro l'effetto dello «slittamento» forzato dal martedì, certo. Ma costa meno, lo share è più o meno quello e "Ballarò" non ti manda fallito. Chissà se Santoro glielo presterebbe il microfono, all'amico Giovanni.  

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