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"Chi chiede il ritiro è un irresponsabile"

Roberta Pinotti

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«Da 8 anni siamo impegnati in questa missione e non ci sono dubbi, dobbiamo continuare». Nella scorsa legislatura Roberta Pinotti è stata presidente della commissione Difesa della Camera e si è sempre battuta per evitare il ritiro dei nostri militari da Kabul. Una battaglia che continua anche oggi che è responsabile Difesa del Pd. Senatrice, cosa pensa delle dichiarazioni di Bossi? «Credo sia da irresponsabili parlare così. È solo un modo per lisciare il pelo all'opinione pubblica, di lucrare su queste cose. E mi sembra oltremodo sbagliato farlo dopo un attentato che ha ucciso militari italiani e civili afghani». A dire il vero anche il vostro «alleato» Di Pietro dice le stesse cose? «Personalmente trovo più irresponsabile chi le dice avendo un ruolo di governo. Detto questo non condivido le parole di Di Pietro e, soprattutto, non capisco perché, secondo lui, si debba andar via oggi». Ufficialmente perché la missione in Afghanistan, oggi, non è più una missione di pace. «La missione Isaf ha come obiettivo la stabilizzazione del territorio afghano. Dobbiamo lasciare il Paese in mano a chi ha la capacità istituzionale di gestirlo. E non mi sembra che l'obiettivo sia stato raggiunto». Perché trova tanto irresponsabile chi parla di ritiro? In fondo molti italiani pensano sia la cosa giusta da fare. «Perché rischiamo di aprire delle falle. I talebani stessi, che leggono le nostre agenzie, potrebbero essere invogliati a renderci obiettivi perché percepiscono una spaccatura all'interno del governo. E comunque è sbagliato parlare di certi temi attraverso i giornali. Esistono gli atti parlamentari, se qualcuno vuole il ritiro porti la richiesta davanti alle Camere». Voi votereste un atto di questo tipo? «Assolutamente no. Siamo contrari ad un ritiro a prescindere. Certo, alcune cose non funzionano, ma non si può tornare indietro. Lo dico anche per rispetto dei nostri militari che oggi sono tornati di pattuglia per le strade di Kabul. E poi ha ragione il ministro La Russa: questa è una missione internazionale, ci sono degli obblighi da rispettare, dobbiamo discutere con i nostri alleati». Intanto il Pd ha chiesto di aprire una riflessione. Cosa signfica? «Lo avevano già detto a luglio quando si è votato il rifinanziamento. È ormai chiaro che noi non riusciremo a stabilizzare l'Afghanistan solo con una strategia militare. Purtroppo alcune modalità un po' "muscolari" delle truppe Usa hanno creato delle difficoltà. La strategia militare deve essere al servizio delle strategia politica e l'Italia, che ha un ruolo di primo piano nella missione, deve spingere con forza in questa direzione». Che tradotto concretamente vuol dire? «Ad esempio maggiori finanziamenti per la ricostruzione. Creare un collegamento positivo con la popolazione significa anche costruire strade. E poi c'è la conferenza internazionale. Sappiamo che queste missioni hanno tempi lunghi, ma occorrono degli step che facciano capire che la situazione sta migliorando».

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