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Un'Italia sinistra

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SilvioBerlusconi resta, per la sinistra, un «nemico da abbattere». Ad ogni costo. Ci hanno provato ergendo a propria paladina Patrizia D'Addario la escort col registratore che, grazie all'imprenditore Giampaolo Tarantini, è riuscita ad arrivare a Palazzo Grazioli. Ma ben presto il gossip si è trasformato in un boomerang. E l'attenzione della magistratura si è spostata dalla stanza da letto del premier alle stanze degli ospedali pugliesi con un'inchiesta sulla Sanità che ha coinvolto personalità di spicco della sinistra pugliese. Ora viene addirittura fuori che la D'Addario, in compagnia di un importante assessore regionale, avrebbe portato un milione e mezzo di euro dall'Italia al Qatar. Se è vero, perché e per conto di chi, saranno i magistrati a stabilirlo. Fatto sta che, in assenza di altre cartucce da sparare e incapace di costruire una vera opposizione politica a Berlusconi, la sinistra ha deciso di affidarsi al solito copione. Da una parte gli insulti, che colpiscono il «pericoloso Caimano», ma anche tutti coloro (politici, giornalisti e chi più ne ha più ne metta) che hanno a che fare con lui. Dall'altra i quotidiani che anche quando il governo fa qualcosa di importante per il Paese (vede la consegna delle prime case ai terremotati dell'Aquila) non trovano niente di meglio da fare che attaccare il premier. La scena si ripete più o meno uguale a se stessa da almeno 15 anni eppure Silvio Berlusconi continua a vincere elezioni e a governare il Paese. Vorrà pur dire qualcosa.

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