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Dai detriti l'arte riconquista un popolo

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GabrieleSimongini Lo vedi camminare in silenzio nella periferia dell'Aquila deturpata dal terremoto, lungo strade deserte di quartieri evacuati. E all'improvviso si china per raccogliere polvere e frammenti di cemento. Li usa per creare nuove e bellissime opere astratte. Lui, Marcello Mariani, affermato artista aquilano che in quella tragedia ha perso casa e studio nel centro storico andando a vivere in una roulotte, è uno dei simboli de L'Aquila. E la voglia di risollevarsi di una città trova voce nell'arte contemporanea, attraverso opere, donazioni, nuovi musei che guardano con ottimismo al futuro. Lo si vede bene nell'intenso e gigantesco pastello su tavola di pioppo che un grande artista come Omar Galliani presenta nella mostra ospitata al Museo Michetti di Francavilla al Mare: si intitola «Nella notte a L'Aquila» e raffigura un ulivo antropomorfo, simbolo di pace e rinascita, sulla cui corteccia l'artista ha inciso i nomi delle vittime di quella tragica notte e che verrà donato agli aquilani. Ma forse il segno più tangibile di una regione che guarda avanti è la prossima apertura in primavera di una vera e propria cittadella della cultura, nel centro storico di Chieti: il nuovo Museo della Fondazione Carichieti, a Palazzo De Mayo. «Questo Museo – ci spiega Mario Di Nisio, presidente della Fondazione – avrà una pinacoteca permanente (con capolavori di Michetti, Patini, Cascella, Palizzi, Boldini, Fattori, Sassu), una biblioteca d'arte, un auditorium, una sala per convegni. E ospiterà anche il Centro Abruzzese di Studi Manzoniani e le 250 opere di grandi artisti contemporanei generosamente concesse da un mecenate come Alfredo Paglione». Eccola, un'altra figura eccezionale, quella di Alfredo Paglione, abruzzese doc, collezionista di razza, che ha deciso di spargere bellezza in tutta la regione, donando opere a più musei ma anche organizzando mostre di alto livello (strepitosa è quella dedicata a Josè Ortega dal Museo Barbella di Chieti, fino al 4 ottobre). E così molte opere di sua proprietà sono andate ad arricchire il Museo di Arte Moderna di Vasto e ben otto sale del Museo Barbella di Chieti con nomi del calibro di de Chirico, Grosz, Mirò, Campigli, Manzù, Guttuso, Savinio. A breve altri musei abruzzesi riceveranno da Paglione pregevoli donazioni: 330 incisioni, da Goya a Vespignani, daranno vita ad Atri, vicino Pescara, al nuovo Museo della Grafica; 250 opere su carta di Sassu andranno a costituire, dalla primavera del 2010, un Museo Sassu ad Atessa, vicino Chieti, che farà il paio col futuro Museo Sassu di Castelli. Inoltre Paglione sta trasformando il suo paese natio, Tornareccio, nella città dei mosaici: le facciate delle case si stanno riempiendo di decorazioni musive realizzate da grandi artisti come Guccione, Calabria, Ceccobelli. «Attraverso queste donazioni – racconta Paglione – desidero che la bellezza raggiunga il maggior numero possibile di persone e soprattutto i giovani. Io e mia moglie Teresita Olivares, da poco scomparsa, non abbiamo avuto figli e così, con queste iniziative, mi sembra quasi di adottare idealmente tutta la gioventù abruzzese».

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