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Berlusconi ordina di smorzare i toni

Il premier Silvio Berlusconi

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Cucire, smorzare, lenire. Sono le parole che in questo momento rimbalzano da una parte all'altra del Pdl. Un invito che arriva innanzitutto dal premier, il quale, pur "infastidito" per tutte le chiacchiere del momento, cerca una via d'uscita. Punta sulla consegna odierna delle case in Abruzzo per riportare l'attenzione pubblica su quella «politica del fare» a lui tanto cara. Lavorando nel frattempo all'incontro con Gianfranco Fini, vero punto cardine di tutta la vicenda. Un faccia a faccia che però sembra allontanarsi di ora in ora. Stando ai rumors di Palazzo, le diplomazie del presidente del Consiglio avrebbero già tentato di ipotizzare con lo staff di Fini alcune date. Ma nulla di fatto, ancora nessuna data. Dalle parti della Camera assicurano che non c'è alcuna volontà da parte della terza carica dello Stato di evitare l'incontro con il Cavaliere. Di fatto, però, i sospetti sono quasi scontati. Il tutto mentre la tensione nella maggioranza continua a salire, tra interviste, dichiarazioni, lettere, guerre sui palinsesti televisivi, ed editoriali. La lettera di 50 parlamentari annunciata ieri, sulle pagine del Corriere della Sera, dal vicecapogruppo Italo Bocchino, per sottolineare come Fini sia tutt'altro che isolato e per chiedere almeno una bozza di democrazia interna, ha portato parecchio scompiglio, soprattutto in casa Forza Italia. E poi la ciliegina sulla torta, l'ennesimo affondo di Vittorio Feltri su Il Giornale, un editoriale in cui si allude a vicende a luci rosse che avrebbero coinvolto anche uomini di An nel 2000. Altra benzina sul fuoco. Per Berlusconi altri nodi da sciogliere di una matassa già complicata. Berlusconi oggi sarà all'Aquila per consegnare le prime case ai terremotati aquilani. Sarà una grande festa, con tanto di diretta televisiva. Uno spiraglio di luce per il presidente del Consiglio, che prova così ad esorcizzare i problemi della maggioranza. Ieri le linee telefoniche dei capigruppo Pdl sono state parecchio intasate. Numerosi parlamentari si sono chiesti la reale motivazione della lettera preannunciata da Bocchino, e soprattutto «come mai il vicecapogruppo del Pdl» faccia ancora la distinzione tra Forza Italia e Alleanza nazionale. Una provocazione verso la quale, dopo un confronto incrociato tra Arcore, capigruppo e coordinatori nazionali, si è deciso di non replicare. «L'ordine di scuderia è di non dire nulla», rivela un forzista della maggioranza. «Avrei voluto farlo, ma non è proprio il momento». Uno scenario difficile, in cui Berlusconi lavora su più fronti. Innanzitutto, puntando sui risultati del suo governo per presentarsi agli elettori con le carte in regola sul piano del programma. E qui rientra la visita aquilana di oggi, con la consegna delle case ad Onna (il paese più colpito dal terremoto), praticamente a tempo di record. Sul "dossier Gianfranco", c'è silenzio. Il Cavaliere cerca di trovare una soluzione, consapevole che il partito è con lui, non escludendo però possibili divisioni, magari una scissione. Il fatto stesso di aver commissionato dei sondaggi sulla consistenza di un'eventuale area finiana che si staccasse dal Pdl, ne è dimostrazione. Per ora la carta che il premier sta tentando è quella della ricucitura (come lascia intendere Daniele Capezzone quando parla del ruolo «arbitrale» del premier). Arbitrato decisivo, per esempio, in vista delle regionali dell'anno prossimo. Già le regionali, una partita più che mai cruciale quanto complicata. Ieri pomeriggio Berlusconi ha incontrato ad Arcore l'attuale governatore del Veneto Giancarlo Galan, sul tavolo la spinosa questione delle richieste della Lega. Il tutto, pare, sia tutto rinviato di qualche mese. Quando magari, il quadro delle alleanze, interne ed esterne, sarà più chiaro.

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