L'ultima bufala di Repubblica
Ieri mattina i lettori di Repubblica hanno appreso che Zapatero si sarebbe infastidito per le risposte di Berlusconi alla domanda di un giornalista di El Pais. Quindi per il giornale partito sarebbe arrivata la conferma che il premier italiano sarebbe isolato nel contesto internazionale. Peccato non sia vero. Lo dice con chiarezza una nota del governo di Madrid attraverso il segretario di Stato spagnolo per gli affari europei Lopez Garrido. Una precisazione che ammette poche repliche. «Nessuna critica alle parole di Berlusconi» dice il collaboratore di Zapatero che anzi sottolinea, in un'intervista al Tg1, l'ottimo stato dei rapporti tra il nostro governo e quello iberico. E anche la grande cordialità tra i due presidenti. Conferma che arriva anche dalla telefonata di ieri sera tra il Cavaliere e Zapatero in cui si sottolinea non solo l'amicizia tra i due Paesi, ma anche quella tra i due leader. Nessun distinguo, nessun incidente diplomatico. Smontato l'ennesimo attacco che in Italia ha in Repubblica il principale protagonista e in alcuni giornali stranieri il supporto necessario per accreditare l'immagine di un presunto isolamento. I rapporti tra il premier del nostro Paese e quelli stranieri sono più che buoni, soprattutto in una fase in cui l'Italia sta giocando un importante ruolo a livello internazionale. Era stato in mattinata il nostro ministro degli Esteri Frattini a smontare le supposizioni del giornale diretto da Ezio Mauro. Se imbarazzo c'è stato, ha detto Frattini, è per la domanda del giornalista spagnolo di El Pais. E c'è da capire Zapatero. Italia e Spagna in un incontro ai massimi livelli trovano una intesa su alcuni punti importanti, come la scelta di insistere per una politica europea sull'immigrazione, e nella conferenza stampa per illustrare i risultati raggiunti, il giornalista non trova di meglio che fare domande su veline, escort, inchieste sulla prostituzione. La lunga mano di Repubblica. Proviamo a immaginare se a fare una domanda analoga a un capo di governo straniero fosse stato un giornalista italiano. In quanti ci saremmo vergognati? E quale sarebbe stato l'imbarazzo del capo del governo italiano davanti a un connazionale che in una occasione del genere si fa portavoce di pettegolezzi e veleni interni a un altro Paese? Questo ha fatto il giornalista spagnolo. Naturalmente da noi c'è chi ha applaudito, ha visto minacce del premier alla libertà di stampa. Tutto funzionale a quella campagna di veleni in atto da mesi. Ma ancora una volta l'attacco si è trasformato in una sconfitta. Il corrispondente di El Pais ha potuto parlare e ha avuto delle risposte, il resto delle interpretazioni è solo frutto di fantasie. O chiamiamo le cose con il proprio nome: bugie. Ma un po' ci siamo abituati. Già nell'occasione dell'incontro con Sarkozy si parlò della furia del presidente francese per alcune presunte affermazioni su Carla Bruni. Niente vero, ma tanto bastò per sottolineare il distacco e l'isolamento italiano. Per non parlare delle ricorrenti denunce di liti con la Chiesa. I laici che dopo aver accusato l'esecutivo di essere al servizio dei clericali, tanto da applaudire incondizionatamente Fini, diventano papalini e accusano Berlusconi di infastidire le autorità religiose. Le smentite sono arrivate dallo stesso Vaticano. Certo non è finita. Il giornale partito non rinuncerà al suo ruolo. Del resto chi dovrebbe fare l'opposizione, il Pd, in questa fase sembra avere altri problemi. Ma come diceva un vecchio proverbio le bugie hanno le gambe corte.