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«Se non ci accontentano si torna a votare»

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«Fortunatamentela Lega è molto forte, in Parlamento sono costretti a seguirci tutti, anche i nostri alleati. Ci devono seguire, ci devono dire sì. Perché se la Lega non dà i voti sui grandi progetti, non li avrebbero per andare avanti. E allora sì che si andrebbe a votare". Lo ha detto il leader della Lega, Umberto Bossi, intervenendo ieri a Ferrara in un comizio in piazza del Castello. Bossi ha voluto comunque sottolineare che «la Lega non vuole andare a votare, perché vuole le riforme». E questo è stato uno dei passaggi centrali del discorso di Bossi, che è tornato a ribadire la necessità di un federalismo che «non dev'essere un gioco di parole, ma che si deve ad esempio tradurre in un salario che tiene conto del costo della vita». «Federalismo — ha detto ancora Bossi — vuole dire che anche i lavoratori ci devono guadagnare, che devono avere un salario che gli consenta di arrivare alla fine del mese». «Quando la Lega sale, aumenta nei sondaggi — ha proseguito polemicamente il leader del Carroccio — immediatamente attaccano me e mio figlio che se ne dovrà andare via dall'Italia, andrà a studiare in Inghilterra, perché qui non lo lasciano stare». Poi ha aggiunto di essere in parte d'accordo con Berlusconi sui giornalisti. «Un po' ha ragione — ha spiegato — a volte fanno solo danni, poi magari non c'entrano nulla con i suoi problemi. Però che siano da prendere con le molle è vero». Bossi ha poi ironizzato sulla vicenda delle «escort». «Ho detto a Berlusconi stai attento, poi le prostitute chi le gestisce? — ha scherzato il leader della Lega — poi il resto io non lo so, anche se, beato lui che è capace...». « Vabbè che la chimica è potente — ha continuato — ma noi non abbiamo i soldi per la chimica e ci arrangiamo come madre natura ci ha fatti».

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