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Frattini: "È l'opera di persone che disprezzano l'Italia"

Il ministro degli Esteri Franco Frattini

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Il Tg1 delle 20 ha appena mandato in onda l'intervista al segretario di Stato spagnolo per gli Affari europei Diego Lopez Garrido. Il caso montato da Repubblica su un presunto imbarazzo di Zapatero durante e dopo la conferenza stampa congiunta di giovedì con Silvio Berlusconi, è chiuso. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, tra i primi a denunciare la «bufala», incassa il risultato e commenta amaro: «È un peccato che si debba dare tanto rilievo e sprecare tanto inchiostro per una nuova falsità». Ministro, lei era presente al vertice di giovedì, che idea si è fatto di questa vicenda di Zapatero «imbarazzato» da Berlusconi? «Io credo che chi ha scritto questa cosa non abbia rispettato il primo e fondamentale principio di chi fa informazione».   Cioè? «Raccontare ciò che è successo. In quel vertice, infatti, sono state prese importanti decisioni. La Spagna sarà il prossimo presidente di turno dell'Ue e ha garantito che, assieme all'Italia, lavorerà per la creazione di un'agenzia europea dei rifiutati. Cioè farà quello che abbiamo chiesto per tutta l'estate e che ha suscitato tante polemiche. Non solo, Spagna e Italia metteranno a punto anche una linea comune per la lotta agli speculatori in vista del G20 di Pittsburgh. Tutte queste cose sono state oscurate». Quindi Zapatero non era «imbarazzato»? «Affatto, anzi è stato il primo a dire che il vertice era stato un successo. Ma anche questa notizia è stata distorta». In realtà anche lei ha usato quell'aggettivo per descrivere il premier spagnolo. «È vero, Zapatero era imbarazzatissimo ma non per Berlusconi. L'imbarazzo nasceva da quel giornalista che ha attaccato il nostro premier e da quel giornale (El Pais ndr) che, tra l'altro, lo ha duramente criticato perché ha osato andare a casa di un suo collega. Sembrava quasi che fossero andati in vacanza! Io credo che bisognerebbe raccontare le cose così come accadono. E poi, se si vuole, esercitare il diritto di critica. Tra l'altro mi permetta di aggiungere un cosa...»   Prego. «Il giornalista spagnolo protagonista dell'intera vicenda scrive quotidianamente che in Italia, l'informazione è soffocata. Che non c'è libertà. Ebbene a questa persona che più di ogni altra disprezza l'Italia, è stato concesso di fare una domanda piena di fango al presidente del Consiglio. È la prova provata che l'informazione italiana è libera, liberissima. E lui avrebbe dovuto avere il pudore di ammetterlo». In ogni caso, mentre i giornali hanno cavalcato la polemica, stavolta l'opposizione è rimasta silente. Forse il clima sta lentamente cambiando. «L'opposizione è rimasta in silenzio perché nell'ambito del Pse ha rapporti con gli uomini di Zapatero e quindi sapeva che, se avesse parlato, sarebbe stata smentita. Non si tratta certo di simpatia nei confronti di Berlusconi». Quindi lei crede che la campagna mediatica continuerà? «Siamo davanti a un caso di scuola. Si scrive ciò che non è accaduto per gettare fango. Ma il fatto è che a questo fango, ormai, nessuno ci crede più. Tra l'altro il tutto accade mentre il procuratore di Bari dice chiaramente che non c'è reato, né sospetto di reato nei confronti del presidente del Consiglio mentre si parla poco o niente dei fatti veramente gravi che toccano la galassia della sinistra pugliese».   E gli elettori? «Gli italiani elettori hanno già dimostrato, alle europee e alle amministrative, che tutto questo non ha alcun impatto su di loro. Anche i sondaggi segnalano un apprezzamento alto del premier. Nonostante la crisi il gradimento di Berlusconi non è mai sceso, secondo i sondaggisti più critici, sotto il 54%. Insomma questo continuo stillicidio di fango non ha l'effetto che i nostri detrattori vorrebbero». Allora lasciateli fare. «No, perché non possiamo sottovalutare il dolore personale del presidente del Consiglio che è stato attaccato negli affetti più profondi. Troppo spesso dimentichiamo che chi fa politica è anzitutto una persona. E da questo punto di vista, ormai, siamo alla barbarie. Inoltre non dimentichiamo il danno all'immagine dell'Italia. Non è un caso se ho parlato di persone che disprezzano l'Italia, perché dipingono il nostro Paese come non è. E non si tratta solo di stranieri. Per questo credo che gli italiani di sinistra dovrebbero ribellarsi a tutto questo». Pensa che qualcuno, all'interno della maggioranza, gongoli per questo continuo stillicidio? «Credo proprio di no. Anche se penso che, di fronte allo stillicidio, non basti la solidarietà politica. Serve una parola pubblica di solidarietà umana, più alta e più forte. Perché la sinistra scegli gli avversari uno alla volta e nessuno può sentirsi al riparo».  

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