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D'Alema: "Ero in barca con Tarantini, ma con lui nessun rapporto"

Massimo D'Alema in barca, foto d'archivio

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«Ero in gita, era un weekend di luglio. Andai a Ponza con la mia barca e lì incontrai questo imprenditore che mi invitò sulla sua barca dove aveva diversi ospiti. E tra questi, mi ha detto, c'era anche Tarantini». Intervistato da Libero, Massimo D'Alema ricostruisce la circostanza in cui, nel 2007, incontrò Gianpaolo Tarantini ma, precisa, «non ho mai avuto rapporti con lui. Posso dire che ci siamo incrociati, come succede con migliaia di persone». Ben vengano le indagini - «Di quei giorni ricordo che andai a cena con il sindaco di Ponza. Il gruppo di Tarantini era nello stesso locale, ma non con noi. Vorrei ricordare che il Tarantini all'epoca non era un ricercato», dice d'Alema, che ribadisce: «Nessuno più di me ha interesse che la magistratura faccia chiarezza su ogni aspetto delle vicende, perchè sono sicuro che alla fine si diraderanno i polveroni ed emergeranno verità e responsabilità». Nessuna conversazione - Sulle stesse vicende il Corriere della Sera riporta le dichiarazioni dell'imprenditore barese Francesco Maldarizzi, affittuario della barca su cui è avvenuto l'incontro fra D'Alema e Tarantini. Per Maldarizzi l'anno era il 2006. Alla cena, afferma, «c'erano almeno 20 persone, forse addirittura 30. Noi», io e Tarantini, «eravamo a un lato del tavolo, D'Alema a quello opposto. Io non riuscii a scambiare con D'Alema nemmeno una parola e dunque mi sento di escludere che possa aver parlato con Tarantini». Il passaggio in barca - Il giorno dopo, prosegue Maldarizzi, «D'Alema mi chiese un passaggio da Ventotene a Gaeta. In barca c'erano almeno 12 persone, non ricordo se D'Alema e Tarantini possano essersi scambiati qualche parola. Ma se così è stato, di certo si è trattato di un contatto del tutto casuale».

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