Il Pdl impari dai comunisti
Nei sessant’anni della Repubblica Italiana hanno avuto la possibilità di nominare molte volte il presidente della Camera ed hanno sempre scelto figure nobili ma lontane dalla tolda di comando del partito, come Ingrao e Iotti. Lo stesso hanno fatto i loro eredi Pds-Ds, indicando prima Napolitano e poi Violante: personaggi forti ma incapaci di condizionare la segreteria di Botteghe Oscure. Cosa è successo dall’altra parte invece? Come al solito l’esatto contrario. Nel 2001 si sceglie Casini e nel 2008 Fini, cioè i capi di due fondamentali partiti della storia nazionale post Tangentopoli. Cosa ci si deve aspettare da chi ha guidato fino al giorno prima (da leader indiscusso) il suo movimento politico? Ci si può aspettare un notarile atteggiamento da presidente d’assemblea? No, ancora no, mille volte no. Infatti Casini è stata la più fastidiosa spina nel fianco del governo per tutta quella legislatura, esattamente come Fini sta facendo in questa. Sia chiaro: questo giornale ha criticato duramente una certa tempistica irritante negli interventi di Fini, ma certo nessuno può dire che egli parli a vanvera quando (ad esempio) chiede un Pdl più coraggioso.Cari signori della maggioranza (Berlusconi in primis), il vecchio proverbio vi si adatta perfettamente. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.