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Bossi: "Le escort? Dietro c'è la mafia"

Umberto Bossi

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«È stato tutto messo in piedi dalla mafia». Così il leader della Lega, Umberto Bossi, commenta le ultime vicende che vedono coinvolto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Abbiamo fatto leggi pesantissime contro la mafia e quindi l'ho detto anche a Berlusconi guarda che qui c'entra la mafia. Chi ha in mano le prostitute è la mafia, sono convinto che è la mafia che ha organizzato tutta questa cosa qui». Dal senatùr anche un accenno alle ipotesi di elezioni anticipate: «Dobbiamo fare le riforme, non le elezioni anticipate». E comunque votare a breve significherebbe una cosa, per Bossi: «Far vincere la Lega ancora di più». Dal leader del Carroccio anche alcune considerazioni sull'immigrazione: «All'interno del governo c'è chi vorrebbe aprire agli immigrati probabilmente perchè fa questo ragionamento: 'stando così le cose la Lega vince sempre e facendo arrivare gli immigrati che non voteranno mai la Lega magari cambia qualcosa'. È un ragionamento insano perchè chi è forte vince sempre. Alla fine anche gli immigrati passeranno dalla parte del più forte, dalla parte di chi magari dice cose dure ma dice cose vere e giuste». Nel rapporto con Fini, Bossi precisa: «Quando vado a Roma, lo vado a trovare. Cosa gli dico? Quando sono li sento cosa dice lui. Sull'immigrazione è stato fatto un accordo elettorale, c'è un patto e sono sicuro che lo manterrà». E i rapporti tra il presidente della Camera e Berlusconi? «Se la vedono loro». Ma le cose alla fine si risolvono. «C'è un patto elettorale e Fini è uno che rispetta i patti». A proposito di immigrati, Bossi ha fatto una battuta su Fini: «Se li porti a casa sua». Poi ha aggiunto: «Io non ho attaccato Fini, certo che voler riempire il paese di immigrati non è molto tranquillizzante». La l'ipotesi di verificare il diritto di asilo in mare? «Non è un metodo giusto quello di entrare qui da clandestino. È un principio comune a tutti i paesi, si entra democraticamente e regolarmente. Non bisogna cercare di aggirare la legge, la legge c'è e va applicata quella che c'è».  

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