A Bari arriva un nuovo Procuratore: "Nessun reato per il premier"
BARI - Dopo il ciclone politico generato dai verbali di un interrogatorio di Giampaolo Tarantini pubblicati sul «Corriere della Sera», nella Procura di Bari c'è voglia di cambiare registro. A segnare questo nuovo corso sono le parole del nuovo procuratore della Repubblica, il campano Antonio Laudati che ieri mattina, ricevendo i giornalisti nella sua stanza al quarto piano del Palazzo di Giustizia, ha ufficializzato una nuova condotta improntata alla sobrietà, antitesi della spettacolarizzazione delle inchieste degli ultimi mesi. Il primo teorema a crollare è stato quello riguardante il possibile coinvolgimento del premier nelle indagini. Laudati ha certificato l'estraneità di Silvio Berlusconi: «È di tutta evidenza che il presidente del Consiglio è assolutamente fuori da qualsiasi responsabilità penale». Il secondo colpo riguarda il possibile coinvolgimento di quattro parlamentari (del Pdl e del Pd) nei vari procedimenti: «Alla commissione parlamentare d'inchiesta sulla sanità i magistrati della Procura — ha insistito il procuratore capo — non hanno riferito alcunché su parlamentari o esponenti politici nazionali i cui nomi sarebbero legati alle indagini in corso». Il terzo è riservato al sindaco di Bari, il segretario regionale del Pd Michele Emiliano ed al governatore Nichi Vendola che avevano mosso rilievi sulla competenza della Procura antimafia in merito alle inchieste sulla Sanitopoli: l'indagine del pm Desirè Digeronimo, sulla malasanità «è nata — ha puntualizzato — sicuramente nell'ambito di indagini della Procura distrettuale antimafia». Poi Laudati ha codificato la sua intenzione di arginare la spettacolarizzazione del rapporto tra media e magistrati. Il suo «j'accuse» non lascia dubbi: «C'è stata una sovraesposizione mediatica di alcuni colleghi: ciò provoca un danno ai colleghi stessi e poi produce inconvenienti nelle relazioni istituzionali». Il modello da seguire, invece è esattamente l'opposto: «La spersonalizzazione delle indagini: agisce l'ufficio del pm e non il singolo sostituto». Infine in merito alla presenza di almeno cinque filoni di inchieste sull'intreccio tra affari, sanità e politica, Laudati si è detto impegnato ad evitare una «eccessiva frantumazione del lavoro», che potrebbe essere ottimizzato con un maggiore coordinamento. Il deputato del Pdl, nonché legale del premier, Niccolò Ghedini, dopo le dichiarazioni di Laudati, ha posto invece il problema degli effetti deleteri della pubblicazione dei verbali di interrogatori: «Le dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Bari dimostrano la sua totale estraneità alle inchieste in corso». Poi c'è l'affondo: «Le reiterate pubblicazioni di materiale di indagine — fra l'altro in violazione del segreto e con evidente commissione di reati — assumono chiare connotazioni di straordinaria gravità essendo correlate soltanto non già a vicende penalmente rilevanti ma a fantasiose ricostruzioni di fatti privati, senza vi sia stato alcun accertamento, e di fronte alle smentite dagli ipotizzati protagonisti».