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Tarantini inguaia di nuovo D'Alema

Massimo D'Alema (Foto Pizzi)

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Frequentazioni bipartisan, che però mettono in imbarazzo lo stato maggiore della sinistra. La pubblicazione di ampi stralci di uno dei cinque interrogatori — quello del 29 luglio scorso — a cui è stato finora sottoposto dalla Procura di Bari l'imprenditore Giampaolo Tarantini rivelano molte cose note (i party a Palazzo Grazioli) ed altre meno note che creano imbarazzo nel Pd. Il rampante trentatrenne non solo ha organizzato diciotto feste per il premier Silvio Berlusconi, tenendolo all'oscuro che corrispondeva denaro per le possibili prestazioni delle escort invitate agli eventi, ma ha anche pagato nel 2007 una cena elettorale alla quale ha preso parte il leader della sinistra Massimo D'Alema oltre a «favorire incontri» di prostitute con il vicepresidente della giunta regionale Sandro Frisullo del Pd. La reazione dell'ex ministro degli Esteri è stata sdegnata: «Tarantini non lo conosco, non ho mai avuto rapporti con lui». Allo stesso tempo, però, ha dovuto ammettere di aver «fatto almeno un centinaio di cene elettorali in Puglia». «Quella sera — ha spiegato riferendosi alle dichiarazioni di Tarantini ai magistrati in merito ad una cena elettorale presso il ristorante del capoluogo pugliese "La Pignata" che avrebbe pagato — mi ricordo di averne fatte due in contemporanea. Non so cosa c'entri una cena elettorale con lo sfruttamento della prostituzione al centro dell'inchiesta». Allo stesso incontro era presente tutto lo stato maggiore del Pd pugliese: il sindaco e coordinatore regionale del partito, Michele Emiliano, e i plenipotenziari dalemiani Michele Mazzarano, vice segretario regionale e Sandro Frisullo, vice presidente della giunta Vendola, nonché il manager Lea Cosentino, direttore dell'Asl di Bari al centro di indagini (e perciò rimossa dal governatore). Insomma la cena è stata offerta da Tarantini al fine di sostenere il Pd (c'erano, infatti, moltissimi e influenti primari degli ospedali baresi). Nessuno può negarlo. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano — uno degli esponenti democratici con il maggiore incarico istituzionale nel Sud Italia — «scarica» però su D'Alema la responsabilità della sua presenza alla serata. Dopo aver preso le distanze dall'imprenditore, ha così ricostruito la vicenda: «L'unica volta che ho incontrato questo signore (Tarantini ndr) è stato alla cena in un ristorante, dove mi sono recato senza sapere che fosse organizzata dallo stesso, e su richiesta di D'Alema che era in ritardo e mi chiedeva di fare gli onori di casa fino al suo arrivo». Intanto ieri si è insediato a Bari il nuovo procuratore della Repubblica, il campano Antonio Laudati a cui è toccato affrontare immediatamente il tema della pubblicazione da parte del «Corriere della Sera» di particolari ancora oggetto di indagine della magistratura: «Il danno è enorme, innanzitutto per lo sviluppo delle indagini, poi per la tutela della privacy dei cittadini, infine perché denota un rapporto anomalo tra una struttura degli inquirenti e una struttura dell'informazione».   Nel pomeriggio sei finanzieri, accompagnati dal pubblico ministero Giuseppe Scelsi, si sono presentati con una richiesta di acquisizione documenti alla sede barese del «Corriere del Mezzogiorno», che ha pubblicato nell'edizione barese odierna, distribuita con il quotidiano di via Solferino, lo stralcio dei verbali di Tarantini. Così ha raccontato la visita il vice direttore del Corriere del Mezzogiorno, Maddalena Tulanti: «Ci hanno solamente chiesto di esibire i verbali; noi non li abbiamo e se ne sono andati. I militari sono stati cortesissimi, e poi ciascuno fa il proprio lavoro».

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