Servono celle, basta amnistie
l ministro Alfano è persona seria e perbene. Ecco perché vogliamo credere alle sue parole quando dice che non vi sarà una nuova amnistia per risolvere il problema delle carceri sovraffollate. Ora però non si può attendere oltre. Le celle sono strapiene. Il documento in esclusiva che oggi Il Tempo propone è il frutto di mesi di lavoro al ministero di via Arenula ed è la prova tangibile che la questione può essere affrontata in modo nuovo, lasciando alle spalle la strada troppe volte in passato utilizzata. Lo stesso ministro Alfano (intervistato da chi scrive a fine agosto a Cortina) ha svelato un particolare impressionante. Per trenta volte in sessant'anni la Repubblica Italiana è ricorsa a provvedimenti di clemenza, spesso unicamente finalizzati a svuotare le celle. Una logica perversa e criminosa, poiché ha sempre ottenuto almeno tre effetti devastanti. Il primo è stato quello di convincere i criminali che dalle nostre parti Caino è più rispettato di Abele. Tu mi arresti? ed io me ne frego, perché so che nel giro di breve tempo dovrai lasciarmi libero perché non hai spazio per tenermi dentro. L'effetto perverso di questo messaggio è ancora più grande se lo guardiamo con gli occhi di un delinquente straniero: ne esce una percezione dell'Italia come nazione dal ventre molle, dove ognuno può fare come gli pare. Il secondo effetto è quello di aver abbattuto il morale delle forze dell'ordine. Ogni indagine, ogni arresto, ogni detenzione producono un carico di lavoro, fatica ed umiliazioni per migliaia di donne ed uomini in divisa, che sono i nostri angeli custodi. Ogni amnistia (o indulto) li espone allo sberleffo dei criminali, che finisco così per sentirsi intoccabili. Il terzo orrribile effetto è quello sui cittadini, costretti a sopportare decine di migliaia di nuovi furti, rapine, soprusi, truffe, stupri e omicidi da delinquenti che già si erano dimostrati tali. Sinceramente, si tratta di un costo sociale che non ha motivo di essere chiesto agli italiani. Ecco perché diciamo al ministro Alfano poche ma chiare parole. Il piano elaborato ci pare serio e dettagliato. Deve essere avviato al più presto, presentandolo al Paese come una saggia inversione di tendenza rispetto ad un passato di cui ci si può soltanto vergognare. È un piano fattibile, che un governo serio deve mettere in atto da subito. I cittadini hanno consegnato a questa maggioranza i numeri parlamentari per fare una «rivoluzione» riformatrice. Occorre osare, occorre agire.