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«L'Aisi non c'entra con il silenzio sulle ospiti del Cav»

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Ècosì? «Il problema che io pongo è un altro. Premetto che nella mia interpellanza io parlo di "servizi di protezione" e non di "servizi di informazione per la sicurezza" (anche la terminologia nel nostro Paese è strana, dato che in tutto il mondo si parla "di "intelligence" e di "security", cioè di "servizi di informazione" e di "servizi di sicurezza", che sono cose ben diverse tra di loro); ma questo è un altro discorso... Anzitutto, per quel che credo di sapere, per proprio non dire che so..., il servizio di protezione del capo dell'Esecutivo è espletato da una unità composita formata da unità di forze di polizia e unità del servizio privato di protezione delle società del Gruppo Fininvest, dirette certo egregiamente da un dirigente di quest'ultimo Gruppo...» Ma perché allora è stata chiamata in causa la responsabilità dell'Aisi? «Perché questa unità "composita" è stata "allocata" presso questo servizio nazionale di sicurezza». E perché mai? «Perché così ha voluto Palazzo Chigi...» Si spieghi meglio. «Chiarisco anzitutto che durante i precedenti governi più di una unità di protezione formata di polizia o di carabinieri era allocata nel CESIS, il predecessore dell'attuale DIS. Il motivo? Un motivo squisitamente economico: perché così i carabinieri e i poliziotti percepivano come percepiscono un "soldo" maggiore dei loro colleghi che espletavano e espletano gli stessi servizi ad altri soggetti considerati a "rischio". E poi la scorta di Berlusconi è "allocata" presso l'AISE...» Cosa vuol dire "allocata"? «Vuol dire che non fa parte in senso vero e proprio dell'Agenzia, tanto che credo abbiano due distinti servizi di telecomunicazioni e distinte forme di logistica. Ma che vuole? Che i dirigentì dell'AISI e prima del CESIS ad un Palazzo Chigi che gli chiedeva di "accogliere" un tale tipo di servizio, dicesse di no? Ma non è la sola anomalia! Pensi ai carabinieri e poliziotti che prestano servizio presso alcuni enti istituzionali e percepiscono una retribuzione maggiore degli altri...» Ma comunque, pur nella sua diciamo così specificità, la scorta di Berlusconi non avrebbe dovuto informarlo del genere di «signore» che frequentavano le sue residenze? «Anzitutto affermo che per la "specialità" della scorta del premier, per eventuali sue "omissioni" non si può tirare certo in ballo la responsabilità di alcuno dei dirigenti dell'AISI! E poi...» E poi? «Ma si immagina che cosa avreste scritto voi giornalisti se si fosse saputo che pur anco questo servizio di scorta del premier, e per di più "allocato" in un servizio segreto si fosse messo a "frugare" su gli ospiti e le conoscenze del premier stesso? "Siamo ormai in uno stato di polizia!" E giù scioperi, sit in, occupazioni e così via! E si sarebbero mosse financo le procure della Repubblica di Milano, collegando il fatto al "rapimento" (???) di Abu Omar e la procura di Palermo vedendovi il tentativo di occultare i rapporti di Berlusconi con la mafia, e così via».

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