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Il Cav: "Prostituzione? Menzogne"

Silvio Berlusconi e Jose Luis Rodriguez Zapatero

La procura: "Nessun rilievo penale"

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Per qualche minuto il vero bilaterale Italia-Spagna è sembrato quello tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il giornalista del Pais. Il Cavaliere, che fino a qualche secondo prima aveva parlato di crisi economica, di immigrazione e della "totale condivisione e sintonia" con il numero uno di Madrid, Josè Luiz Zapatero, nel bel mezzo di un vertice internazionale si è ritrovato a disquisire di veline ed escort. A negare di aver mai avuto a che fare con giri di prostituzione, a difendere il suo ruolo di capo del governo da chi pensa che getterà la spugna perché lui - afferma - è "il miglior premier della storia d'Italia". E già che il buongiorno si era visto dal mattino. Berlusconi, facendo gli onori di casa con Zapatero arrivato sull'isola della Maddalena per il vertice intergovernativo Italia-Spagna si era fermato davanti ai cameramen e aveva scherzato: "La tv è buona perchè non cambia le parole, i giornalisti cattivi li vedremo oggi pomeriggio". In realtà il battibecco con il corrispondente del Pais all'inizio si gioca tutto sul filo dell'ironia. Il giornalista si lamenta della mancanza di caffè, il premier risponde che dovrebbero servirlo amaro. Chiede di escort e veline, lui replica: "Ma è invidioso?". E ancora: Danni all'immagine del Paese? Qui vengono tante turiste. Volontà di dimettersi? Lei legge solo Unità e Repubblica. Lì per lì sembra che la questione si sia chiusa. La parola passa a Zapatero, poi torna al Cavaliere che risponde diffusamente alla parte della domanda sulle politiche dell'immigrazione. Ma è evidente che quegli interrogativi su vita privata e immagine pubblica, Berlusconi ha deciso di non lasciarli cadere senza dare una risposta alla sua maniera. Veline e giri di prostituzione? "Tutte calunnie","nella mia vita non ho mai pagato un euro per prestazioni sessuali", sostiene Berlusconi sotto gli occhi piuttosto attoniti del suo ospite. Il premier, poi, si inceppa su un nome che pure ormai deve aver sentito molto spesso: quello dell'imprenditore barese all'origine dell'inchiesta. "Tarantini o Tarantino - racconta - era venuto ad alcune cene facendosi accompagnare da belle donne. E io sfido qualunque uomo qui in questa sala a dire che non è una cosa gradevole se invece di trovarsi davanti persone lontane dall'estetica, gli occhi si possono posare su delle presenze femminili gradevoli e simpatiche. Erano ragazze che questo signore portava come amiche sue, come sue conoscenti. E questo è tutto". La persona che Berlusconi non nomina mai è invece la escort Patrizia D'Addario. Ma è a lei che si riferisce quando parla di "scandalo" creato "artatamente" e, soprattutto, quando fa sapere che sta pensando di farle causa. "Basti dire che il massimo delle pene edittali previste per i quattro reati che questa persona ha commesso - mette in chiaro - arriva a 18 anni di detenzione". Se l'accusa di essere un uomo che paga le donne non poteva essere lasciata senza risposta, altrettanto per il premier lo è l'insinuazione che il suo declino sia vicino, che possa ipotizzare di dimettersi visti anche i contrasti con Chiesa e Fini. E allora, se la zia Marina si diceva bella davanti allo specchio perché tanto non lo glielo diceva nessun'altro, barzelletta del repertorio del Premier, lui dichiara di essere "di gran lunga il miglior presidente del Consiglio che l'Italia possa aver avuto in 150 anni di storia". Più 'longevo' di De Gasperi, ma anche - ci tiene a sottolineare - in buoni rapporti con la Chiesa cattolica, con cui - dice - i rapporti erano e sono "eccellenti" e non c'è "nessuno scontro". Lo scontro c'è e come con il Pais, reo tra l'altro di aver pubblicato le foto dei giardini di villa La Certosa con l'ex premier ceco Topolanek e compagnia. "Potrei aggiungere tante cose su quello che scrive il suo quotidiano, ma - conclude Berlusconi rivolto al giornalista - le evito. Credo però che qualche volta per mantenere la propria credibilità bisognerebbe davvero aprire gli occhi, non essere faziosi ma guardare alla realtà: il calo di credibilità significa caduta di copie, caduta di lettori e caduta di pubblicità. Di questo passo si va al fallimento: credo che El Pais ne sappia qualcosa".

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