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Ecco il piano carceri In tre anni 17mila posti

Il piano per la riforma della carceri

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Il piano carceri c'è. Da mesi si sollecitano soluzioni e si scatenano polemiche sul sovraffollamento degli istituti di pena, (siamo a 64.120 detenuti rispetto alla disponibilità di 43mila posti cella) ma una strategia di intervento esiste ed è pronta da almeno quattro mesi.   Il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, ha consegnato al ministro Alfano un programma elaborato in ogni dettaglio con cifre, date e numeri per affrontare non solo l'emergenza di oggi, come sottolinea il capo del Dap nella sua relazione, ma per gestire il futuro «ottimizzando strutture e risorse umane». Su scala nazionale gli interventi consentiranno di avere a disposizione 17.129 nuovi posti complessivi. La spesa prevista è di un miliardo e mezzo. Il piano studiato da Ionta con estrema meticolosità prevede sia la realizzazione di nuove strutture penitenziarie sia l'aumento della capienza di quelle esistenti. La premessa del rapporto di Ionta è quanto mai dura su quello che è stato fatto finora. Infatti il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nonché commissario straordinario per l'emergenza, scrive che l'intervento «si è reso necessario data la protratta incapacità amministrativa di far fronte alla progressiva implementazione della popolazione detentiva tenuta a partire dall'epoca immediatamente successiva all'indulto».   Ovvero si sono persi due anni e si è utilizzato uno strumento, l'indulto, che non ha fatto altro che rimettere in libertà delinquenti che hanno aggravato la situazione della sicurezza e sono tornati poi in cella. Un dossier che individua strutture, quantifica costi e tempi di realizzazione. L'emergenza impone che il rapporto redatto da Dap sia preso immediatamente in considerazione e messo in pratica onde evitare alibi per nuovi atti di clemenza al solo scopo di svuotare le carceri. O peggio continuare nel «non fare» e ogni giorno tenere la tragica contabilità di morti più o meno auto-provocate. Non è più tempo di tenere carte nel cassetto. Il piano carceri fa riferimento a un maggiore ricorso alla tecnologia così da adeguare alcune strutture alleggerendo l'impegno del personale. Questo è un vecchio cavallo di battaglia dell'ex ministro Castelli che si ispira agli istituti detentivi americani.   Le linee di intervento prevedono, per accelerare i tempi, contenuti in tre anni, di realizzare padiglioni detentivi modulari all'interno delle cinte delle carceri preesistenti. Questo tipo di interventi dovrebbe essere più rapido visto che è a totale competenza del Dap, salvo trovare le risorse economiche necessarie. Denaro che nel piano dovrebbe essere recuperato dalla Cassa delle Ammende che però risulta alquanto prosciugata; dai fondi Fas, fondo aree sottoutilizzate; dalla finanza di progetto, dalla Cassa Depositi e Prestiti. Altri soldi possono essere recuperati dalla cessione di immobili non utilizzati o non più adeguati alle esigenze attuali. Per quanto riguarda invece la realizzazione di nuovi prigioni, vengono indicate le zone dove queste dovrebbero essere edificate. Roma, Milano, Napoli e Catania sono le aree metropolitane scelte per necessità «numerica».   In questo caso però è necessario l'intervento del ministero delle infrastrutture. La sfida del piano presentato da Franco Ionta, già magistrato in prima linea nella lotta al terrorismo interno e internazionale, è quella di realizzare «in tempi ragionevolmente brevi» 46 nuovi padiglioni, di ristrutturare un istituto di pena così da attivarlo e 9 nuovi istituti detentivi. Tutto questo, si sostiene, attraverso interventi già coperti da finanziamenti o con fondi già individuati. L'ultimazione di questi primi interventi viene datata tra la fine di quest'anno e il giugno del 2010. È il caso della casa circondariale di Cuneo dove un nuovo padiglione con 200 posti sarà consegnato questo dicembre e a Trento dove un nuovo istituto già finanziato vedrà il fine lavori nell'estate dell'anno prossimo. E per esempio nel Lazio a Velletri il nuovo padiglione «modulare» con 200 posti previsti, dovrebbe entrare in funzione il primo ottobre. A Frosinone altri 200 posti cella entro dicembre 2010. In totale nel Lazio nel 2012 è prevista un aumento della capienza pari 2.909 posti. Sempre che tutto il via al piano venga dato in tempi ragionevoli. Nel piano non si tralascia la realizzazione presso gli istituti di pena di Cagliari e Sassari di padiglioni studiati per ospitare detenuti sottoposti al regime 41 bis. Gli interventi di ampliamento saranno destinati principalmente a detenuti con sentenze passate in giudicato. Ionta non esclude, cosa che aveva scatenato polemiche e ilarità, strutture detentive galleggianti provvisorie. Ma il piano sottolinea anche la necessità di un incremento del personale della polizia penitenziaria auspicando anche un programma straordinario di assunzioni.

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